Zona rossa scuole chiuse, anche i nidi chiudono

Per le zone arancioni restano aperti nidi, scuole dell'infanzia, elementari e medie ma si potranno chiudere a seconda dell'evolversi dell'epidemia

Didattica a distanza

Didattica a distanza

Milano - Il decreto legge che coprirà il periodo 15 marzo-6 aprile è stato varato poco fa dal Consiglio dei ministri. Tra le varie cose, prevede il passaggio in zona arancione per tutte quelle che erano in zona gialla. A questo si aggiunge il probabile passaggio in zona rossa di alcune regioni che sarà deciso oggi dopo il consueto monitorraggio dell'Istituto superiore della sanità con le ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza. Misure che segnano una stretta signifiativa e che prevedono nuove limitazioni per il mondo della scuola. Vediamo quali.

In zona rossa

Nelle zone rosse è prevista la sospensione dell’attività didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, comprese scuole dell’infanzia, elementari e medie. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. E dunque in Lombardia, che in zona arancione rafforzato aveva chiuso tutto tranne i nidi, da lunedì 15 marzo saranno a casa anche i piccoli da zero a tre anni. 

In zona arancione

Nelle zone arancioni (come in quelle gialle) è prevista la didattica in presenza nelle scuole superiori per almeno il 50% degli studenti e fino al 75%. L'attività didattica ed educativa per i servizi educativi per l'infanzia (nidi, micronidi), per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione continua a svolgersi integralmente in presenza. Tuttavia in alcuni casi è prevista la sospensione dell’attività scolastica: 

- nelle aree in si siano adottate misure più stringenti a causa della gravità delle varianti del virus Sars-CoV-2

- nelle zone in cui si siano registrati più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni

- nel caso in cui vi sia una motivata ed eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico

Quanti studenti sono in Dad

Per effetto di questi cambiamenti, da lunedì gli studenti in Dad potrebbero diventare 7,6 milioni: nove su dieci: 3 milioni e 500 mila bambini della scuola dell'infanzia e primaria, un milione e 500mila alunni delle medie e 2 milioni e 600mila studenti delle superiori potrebbero essere impegnati nella Dad. I calcoli li ha fatti in questi giorni la rivista specializzata Tuttoscuola secondo la quale in 17 Regioni su 20 potrebbero essere chiuse tutte le scuole. Le uniche Regioni con la scuola in presenza resterebbero Sicilia, Valle d'Aosta, e Sardegna.

Con la zona rossa non ci sono più lezioni in presenza per tutti gli alunni, dagli asili nido alle scuole superiori. Lo stesso vale in tutti i Comuni dichiarati rossi con ordinanze locali, a prescindere dal colore della regione. Gli studenti con disabilità o con bisogni educativi speciali potranno continuare ad andare in classe. Per quanto riguarda le università sono le singole università a decidere quali attività formative indispensabili possono essere mantenute in presenza, nel rispetto del protocolli e sentito il Consiglio universitario regionale. E lo stesso vale per esami e sessioni di laurea, di cui va garantito svolgimento e modalità pubblica (anche telematica). In attesa di decisioni definitive, anche nelle regioni dove fino ad oggi le scuole sono state in presenza come il Lazio alcuni presidi hanno iniziato, con delle circolari, ad avvertire i genitori di far portare a casa, a scopo precauzionale, tutto il materiale didattico per avere a disposizione il materiale necessario nel caso in cui non fosse più possibile mantenere la frequenza in presenza.