San Faustino, patrono dei single (e di Brescia): perché protegge i cuori solitari

Il 15 febbraio, giorno dopo San Valentino, è data dedicata a chi ancora non ha trovato l'amore

Milano - Dopo San Valentino, festa degli innamorati, arriva San Faustino, festa dei single. Se infatti il 14 febbraio è universalmente considerato il giorno degli innamorati, il 15 è invece considerata la giornata in cui si celebra la "condizione di single".

San Valentino: storia leggenda e tradizione

Se delle leggende che vogliono San Valentino patrono degli innamorati, poco invece si sa dei motivi per cui San Faustino sia considerato patrono dei single.

Il personaggio storico

Incominciamo col dire che il 15 febbraio il calendario riposta i santi Faustino e Giovita. "Faustino e Giovita erano due giovani nobili bresciani vissuti nel II secolo d.C., che intrapresero la carriera militare e divennero cavalieri. In seguito furono convertiti al cristianesimo dal vescovo Apollonio e subirono il martirio tra il 120 e il 134, per non aver voluto sacrificare agli dèi. Sono venerati dalla Chiesa cattolica come santi, si festeggiano il 15 febbraio e sono patroni della città e della diocesi di Brescia e della parrocchia di Sorbolo", si legge sull'enciclopedia online Wikipedia.

Sempre Wikipedia riporta che i due fratelli furono convertiti e battezzati da Sant'Apollonio, vescovo di Brescia che li accolse nella comunità dei primi cristiani bresciani. Furono subito molto impegnati nell'evangelizzazione ed erano efficaci predicatori, tanto che il vescovo nominò Faustino presbitero e Giovita diacono.

Il successo della loro predicazione li rese invisi ai maggiorenti di Brescia, che temevano la diffusione del cristianesimo. Era il periodo della persecuzione voluta da Traiano ed alcuni personaggi potenti della città invitarono il governatore della Rezia, Italico, ad eliminarli con il pretesto di preservare l'ordine pubblico. In seguito, tuttavia, sopravvenne la morte di Traiano e il governatore ritardò la cattura, in attesa dell'elezione di un nuovo imperatore.

Perché è il patrono dei single

Perché San Faustino sia diventato il patrono dei single non è chiaro. Nulla delle vicende della sua vita e dei miracoli a lui attribuiti è attinente al fatto che lui sia diventato patrono dei single. La cosa più probabile è che lo sia diventato per antitesi a San Valentino che si festeggia il giorno precedente. La "colpa" di San Faustino sarebbe dunque quella di essere collocato come santo nel calendario il giorno 15 febbraio.

L'invettiva di Famiglia Cristiana

Nel 2019 la rivista cattolica "Famiglia Cristiana" ha pubblicato un articolo che critica l'assegnazione di San Faustino a patrono dei single. "San Faustino, acclamato protettore dei single non si sa bene come e perché, non sta da solo neanche nel calendario: condivide infatti il 15 febbraio con il fratello Giovita, martire con lui. Della loro storia si sa poco, anche se la collocazione nel II secolo li pone nel pieno della vita accidentata dei primi cristiani, quando essere fedeli a Cristo implicava persecuzioni e disponibilità a mettere la vita in gioco a causa della fede. Arrestati a Brescia, città in cui si erano convertiti e di cui sono diventati nei secoli patroni, vi sono stati condannati a morte e decapitati. La loro leggenda è tramandata da una Passio di carattere romanzesco composta tra l’VIII e il XI secolo, sulla scorta di un testo più antico non pervenuto", scrive Famiglia Cristiana concludendo: "Nessuna traccia né nella storia né nella leggenda, invece, dell’adagio che ha voluto in anni recenti, a furor di popolo, Faustino protettore dei single: paiono quantomeno ardite le spiegazioni popolari che riconducono al significato del nome Fastino, da Fausto, fortunato e come tale adatto a propiziare la ricerca dell’anima gemella a chi non ce l’ha. Molto più probabile che si tratti del tentativo a posteriori di nobilitare di valore semantico una mera coincidenza: il cadere di San Faustino sul calendario proprio il giorno successivo a San Valentino, patrono (vero o presunto) degli innamorati. È molto verosimile che San Faustino sia diventato, magari suo malgrado, protettore dei single solo per il fatto di trovarsi lì pronto per essere acciuffato dal mercato determinato a dare, un po’ per par condicio, un po’ perché ogni scusa è buona, un’occasione di far festa anche a chi il giorno prima non avrebbe avuto di che celebrare. Probabile che tra i due si sia scelto Faustino, perché il suo nome, consonante con Valentino a differenza del desueto Giovita, rendeva meglio l'idea del contraltare. 

Il martirio e le conversioni

L'imperatore Adriano ordinò a Italico di procedere nella persecuzione, Faustino e Giovita si rifiutarono di sacrificare agli dèi e furono incarcerati. Intanto l'imperatore di ritorno dalla campagna di Gallia si fermò a Brescia, venne coinvolto nella faccenda ed egli stesso chiese ai due giovani di adorare il dio sole ma essi si rifiutarono ed anzi colpirono la statua del dio pagano.

Il miracolo delle belve del circo

L'imperatore ordinò che fossero dati in pasto alle belve del circo e furono rinchiusi in una gabbia con delle tigri. Le fiere rimasero mansuete e si accovacciarono ai loro piedi; il miracolo ebbe come effetto la conversione di molti spettatori tra cui anche la moglie del governatore Italico, Afra che diverrà un giorno anche lei martire e sarà proclamata santa.

Messi al rogo

Venne ordinato che i giovani fossero scorticati vivi e messi al rogo. Il martirologio racconta come il fuoco non toccò nemmeno le vesti dei due condannati e le conversioni in città ebbero ancora più larga diffusione. Furono tenuti prigionieri nelle carceri di Milano dove subirono molte torture, quindi furono trasferiti a Roma dove furono di nuovo dati in pasto alle fiere nel Colosseo, ma anche stavolta ne uscirono indenni.

La decapitazione

Furono imbarcati e mandati a Napoli, e pare che grazie ad una loro intercessione una tempesta durante il viaggio si placò. Le torture continuarono, infine si decise di spingerli nel mare su una barchetta che però tornò a riva (secondo la leggenda fu riportata in salvo dagli angeli). Furono quindi condannati a morte, riportati a Brescia e il 15 febbraio furono decapitati, poco fuori porta Matolfa. I corpi furono sepolti nel cimitero di San Latino e nello stesso luogo il vescovo Faustino successivamente fece edificare la chiesa di San Faustino ad Sanguinem.