Rapine in gioielleria finite nel sangue: quando a cadere sono i banditi

L'irruzione nel negozio e il titolare che reagisce e spara. L'assalto nel Cuneese è solo l'ultimo di una lunga serie

I rilievi dopo la rapina nel Cuneese

I rilievi dopo la rapina nel Cuneese

I rapinatori fanno irruzione nel negozio, minacciano gestori e dipendenti per farsi consegnare il bottino. Poi il titolare reagisce, estrae la pistola e spara. E il colpo finisce nel sangue. Con i malviventi feriti o uccisi. Scene da Far West che purtroppo si verificano un po' in tutta Italia. L'ultimo caso è appunto accaduto ieri a Grinzane Cavour, piccolo borgo nella provincia di Cuneo. Tre banditi sono entrati in una gioielleria, ma il titolare Mario Roggero (che già nel 2015 aveva vissuto un'esperienza simile) ha impugnato la sua arma, scaricando almeno cinque colpi contro i rapinatori. Due sono morti appena fuori dall'attività commerciale, un terzo uomo è stato colpito a una gamba: si è però presentato nella notte all'ospedale Santissima Annunziata di Savigliano, dove ora è piantonato dai carabinieri. L'assalto nel Cuneese è quindi l'ultimo di una lunga serie: gioiellerie e tabaccherie i negozi spesso finiti nel mirino. 

Far West a Milano

Il 17 maggio 2003 in piazzale Baracca a Milano, due rapinatori, Alfredo Merlino e Andrea Solaro, uno armato di pistola, entrano nella tabaccheria di Giovanni Petrali. Urla, schiaffi, spintoni: sono momenti di vero terrore. Costringono il titolare a sdraiarsi a terra, minacciano la moglie dell'uomo, poi arraffano il bottino dalla cassa e scappano. Ma Petrali non si dà per vinto. Si rialza, afferra la sua pistola, una Beretta, e comincia a fare fuoco, prima all'interno del negozio e poi in mezzo alla strada, correndo dietro ai malviventi quasi fino a via San Vittore. I proiettili raggiungono entrambi i rapinatori. Alfredo Merlino, 30enne milanese, muore, mentre il giovane genovese Andrea Solaro cade a terra ferito a una spalla. "Li ho beccati. Almeno uno l'ho fatto secco", le parole del tabaccaio dopo la sparatoria. Era il terzo tentativo di rapina che subiva nel giro di pochi mesi.      

Assalto finito nel sangue

Siamo ancora a Milano, in via Ripamonti 190. E' il 13 aprile 2004. Due rapinatori, arrivati a bordo di un'auto rubata, cercano di sfondare a colpi di mazza la vetrina della Gioielleria Maiocchi. L'obiettivo? Alcuni orologi d'oro. Appena sentiti i violenti colpi, Giuseppe Maiocchi e il figlio Rocco escono fuori dal negozio armati. I malviventi capiscono che il colpo è fallito: abbandonano i preziosi orologi, gettano a terra la spranga e provano a scappare. A quel punto, però, il figlio del titolare inizia a sparare. Un bandito riesce a dileguarsi, l'altro, un montenegrino poco più che ventenne, viene colpito alla testa e in muore mentre stava armeggiando con i cavi per rimettere in moto la vettura.

Reazione a colpi di arma da fuoco

Un altro assalto finito nel sangue è quello andato in scena a Cinisello Balsamo, città alle porte di Milano, il 16 aprile 2009. Presa di mira la gioielleria di Remigio Radolli, all'angolo tra le vie Piave e Garibaldi. La ricostruzione. Tre malviventi, intorno alle 9.30, si presentano davanti all'attività commerciale e suonano il campanello. Il titolare si avvicina all'ingresso, ma insospettito dal comportamento delle tre persone decide di farne entrare una sola. Il bandito allora chiede di poter vedere un orologio. In un attimo scatta il raid: Radolli viene violentemente colpito alla testa con il calcio di una scacciacani e poi anche a calci e pugni. Ma riesce comunque a trovare le forze per prendere la sua pistola calibro 22, regolarmente detenuta, e spara diversi colpi. I due complici scappano immediatamente, mentre il rapinatore si accascia al suolo ferito gravemente a pochi metri dall'ingresso posteriore del negozio.

Titolare ferito a Pavia

Rapina e spari anche a Pavia, il 16 ottobre 2013. Due banditi, con il volto in parte nascosto da berretto e occhiali da sole, si fingono clienti e fanno irruzione nella gioielleria Prina di viale XI febbraioa poche decine di metri dal Castello Visconteo e dal centro storico. Subito l'aggressione nei confronti del titolare e della moglie. I malviventi provano a portare la donna nel retrobottega, poi tentano di legare l'uomo a una sedia con alcune fascette da elettricista. Il titolare, però, riesce a estrarre dalla tasca la sua arma, regolarmente denunciata, e approfittando di un attimo di distrazione dei rapinatori inizia a sparare. I colpi del gioiellerie non vanno a segno. I rapinatori reagiscono subito e a loro volta premono il grilletto: i proiettili raggiungono il commerciante alla spalla destra e al torace, provocandogli la perforazione di un polmone. Finita la sparatoria i malviventi scappano di corsa con la refurtiva.

Terrore nella villa del gioielliere

Il 24 novembre del 2015 si torna nell'hinterland milanese. Precisamente a Rodano. In questo caso la rapina con sparatoria non è avvenuta in gioielleria, ma nella villa del commerciante. E' sera, Rodolfo Corazzo sta rientrando nella sua abitazione dopo una giornata di lavoro. Ad aspettarlo un commando di tre malviventi. Aspettano che Corazzo apra il cancello automatico per potersi infilare nel giardino. E così succede. Bloccano il gioielliere e gli fanno disattivare il sistema di videosorveglianza, poi inizia il pestaggio. Davanti alla moglie e alla figlioletta di Corazzo. Un incubo. "Vi do quello che volete, ma non fate del male alla mia famiglia", le parole del proprietario della villa. Ma la situazione degenera. I banditi aprono il fuoco, Corazzo, appassionato di armi, tira fuori una pistola e risponde. Il primo colpo in aria, nella speranza di costringere i malviventi alla fuga. Così non succede. Ne nasce una furibonda sparatoria, costata la vita a un rapinatore.