"Diritti fermi a 15 anni fa": duecentomila padri separati al bivio

In Lombardia 200mila padri separati lottano quotidianamente con "una vita a ostacoli"

Famiglia: padre e figlio (immagine di repertorio)

Famiglia: padre e figlio (immagine di repertorio)

Brugherio, 2 settembre 2016 - Paolo, 44 anni. Una moglie, una bella casa e una figlia che da poco ha superato i dieci anni. «Ero felicemente sposato», racconta. «Poi all’improvviso...». Il ricordo si interrompe. Così come il matrimonio. Difficile trovare un motivo. Subentra la rassegnazione - almeno all’inizio - e un lungo percorso fatto di giudici e tribunali. «Un percorso - spiega - in cui ci si rende conto che la legge tutela giustamente il minore e il genitore a cui viene affidato. Ma non il coniuge non affidatario». Lo dicono anche i numeri: quei 1.500 euro netti al mese, stipendio più che dignitoso, si riducono a poche centinaia di euro. Con una parte del mutuo da pagare di un’abitazione che non c’è più .  Storie come quelle di Paolo se ne contano a centinaia in Lombardia, dove 200mila padri separati lottano quotidianamente con «una vita a ostacoli». Quando una famiglia va a pezzi, «a pagare il prezzo più alto è spesso il rapporto fra padri e figli, perché la legge italiana è rimasta indietro di decenni, ai tempi di Kramer contro Kramer». A raccontare la situazione difficile di tanti «invisibili», i padri separati della Lombardia, è Domenico Fumagalli (nella foto), il presidente dell’associazione che conta 300 iscritti. Un terzo vengono aiutati dal banco alimentare che copre i pasti per genitore e figlio a carico. E nei casi più gravi l’associazione più mettere a disposizione uno dei suoi venti appartamenti, buona parte dei quali rappresentano un patrimonio strappato alla criminalità organizzata.

«Ciò che ho passato io quindici anni fa lo sta vivendo un uomo che ha divorziato il mese scorso. La legge non ci aiuta - aggiunge - . Nel 2006 c’è stato un unico cambiamento. La definizione genitore affidatario si è trasformata in «genitore collocatario». Ciò significa che la persona che si occuperà del bambino viene scelta in base all’indirizzo stampato sui documenti del piccolo. Ma la casa viene lasciata alla moglie: è assurdo, in Francia esistono la doppia residenza e l’affidamento alternato. In Italia invece ci sono padri allontanati dalla vita dei figli». Il Bel Paese è stato condannato dalla Corte dei Diritti dell’Uomo perché non garantisce ai figli il diritto di visita al genitore non collocatario. «La situazione non migliora: perciò puntiamo tutto sul settore medico. Gli studi dei professori indicano che i figli di genitori separati hanno davanti a loro un futuro ricco di difficoltà. Insicurezza, problemi relazionali e violenza».