Il boom di contagi e la nuova variante Delta: cosa succede in Gran Bretagna

Il governo assicura che non ci saranno nuove restrizioni finché ricoveri e decessi rimarranno sotto controllo

L'andamento dei morti in Gran Bretagna per Covid

L'andamento dei morti in Gran Bretagna per Covid

Londra - Tutti gli occhi sono puntati sulla Gran Bretagna. Vuoi per i record giornalieri dei nuovi contagi, che ogni giorno si aggiornano, vuoi per la scopertta di una nuova mutazione della variante Delta, denominata AY.4.2 e indicata dagli specialisti britannici come potenzialmente più trasmissibile di un ulteriore 10 per cento rispetto alla già contagiossisima Delta. Insomma, con l'autunno iniziato e la stagione fredda alle porte, non sono pochi quelli che guardano a Londra per vedere che direzione prenderà lì la pandemia nel secondo autunno dell'eta Covid, il primo però con alte percentuali di vaccinati (sull'isola la percentuale di popolazione con vaccinazione completa è del 67,5%). 

I nuovi casi, i ricoveri e i decessi

Ieri in Gran Bretagna si sono registrati 50.000 nuovi contagi (oggi 43.738). Secondo i dati riportata dal sito dell'Ufficio nazionale di statistica, la curva dei nuovi casi ha iniziato a risalire poco prima di luglio, per poi mantenersi stabile e poi tornare a risalire dalla fine di settembre. Negli ultimi giorni si viaggia sempre intorno ai 49mila-50mila nuovi casi, cosa che non sembra preoccupare poi molto né il Governo né i sudditi di sua maestà, ma che per esempio preoccupa Anthony Costello, ex dirigente britannico dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), molto polemico nei confronti di Boris Johnson  e dei suoi consulenti scientifici, stando ai cui calcoli il Regno Unito è ormai al primo posto al mondo per rapporto fra contagi quotidiani e popolazione.

Sul piano dei decessi, oggi si è toccata quota 223, picco da marzo, ma il dato è appesantito dal recupero di parte dei ritardi statistici del weekend. E c'è di più: la Gran Bretagna resta uno dei Paesi con il tasso minore di morti in proporzione ai casi censiti, come testimonia la differenza con la Russia. Seconda in Europa per infezioni, ma con una quota di i vaccinati che non supera tuttora un terzo della popolazione contro l'80% britannico, e dove si registra una media di morti quasi 10 volte superiore all'isola (oggi oltre 1.000, tetto assoluto), con l'amministrazione di Vladimir Putin costretta a tornare ad annunciare forme di lockdown. 

Sul piano dei ricoveri, sempre secondo le statistiche ufficiali (ma ferme alla settimana del 10 ottobre), i ricoveri sono di gran lunga più bassi rispetto alla seconda ondata: 6,03 ricoveri ogni 100mila pazienti, contro i 33,89 nella settimana del 24 gennaio 2021. Il paragone vale anche per le morti: 582 nella settimana che è finita con l'8 ottobre, contro i 7.956 decessi della settimana del 22 gennaio. 

Nessuna preoccupazione

Dunque, nonostante ricoveri e morti siano al di sotto del livello di guardia, il liberi tutti di luglio, con l'abrogazione di tutte le restrizioni a partire dalla mascherina, torna a far discutere. Tanto più in vista di un inverno che - complici il rallentamento d'una campagna vaccinale inizialmente da record e certi intoppi strutturali extra pandemia del servizio sanitario nazionale (Nhs) - minaccia di rivelarsi di nuovo "impegnativo", come ammettono eufemisticamente fonti dello stesso governo Tory.

Boris Johnson in consiglio dei ministri ha riconosciuto che occorre ridare slancio "ai programmi vaccinali": sia verso quel 20% di popolazione che non si è ancora immunizzata pur potendolo fare; sia con l'accelerazione della terza dose promessa ai vulnerabili e a tutti gli over 50. Un portavoce di Downing Street ha ribadito che il governo tiene "sotto stretta osservazione" i dati sul rimbalzo dei contagi (in aumento in particolare fra gli studenti delle scuole); ma ha precisato che qualsiasi "piano B", con ipotetico ripristino di alcune restrizioni nella stagione fredda, non sarà preso in esame a meno che la pressione sugli ospedali dell'Nhs torni a impennarsi ai "livelli insostenibili" delle precedenti ondate della pandemia.

La variante: cosa sappiamo

E per stare ancora meno tranquilli, ecco che emerge una nuova mutazione della variante Delta, denominata "AY.4.2" e indicata dagli specialisti britannici come potenzialmente più trasmissibile di un ulteriore 10%, sebbene apparentemente non destinata al momento a prevalere sul ceppo d'origine. Da alcuni è considerata come una nuova tipologia di 'Delta Plus', ma per ora è relativa al 6% delle infezioni registrate, quindi molto limitata. Sono in corso studi per comprenderne la pericolosità ma secondo il professor Francois Balloux, direttore dell'UCL Genetics Institute, la sua capacità di trasmissione sarebbe al massimo il 10% superiore alle altre mutazioni del virus e comunque è molto improbabile che attecchisca su larga scala o sfugga alla copertura dei vaccini. Al momento infatti viene classificata con un basso livello di rischio e non è stata inserita negli elenchi delle varianti più pericolose. "In questa fase direi di aspettare e vedere, niente panico - ha affermato Balloux - potrebbe essere leggermente più trasmissibile, ma non è qualcosa di assolutamente disastroso come abbiamo visto in precedenza".