Epifania, le tradizioni in Lombardia per la festa del 6 gennaio

Dal Corteo dei Re Magi a Milano fino al Gabinàt in Valtellina e il Canto della Stella nel Bresciano

Corteo Re Magi a Milano

Corteo Re Magi a Milano

Milano, 2 gennaio 2022 - Dopo i festeggiamenti di Capodanno, ci si prepara all'Epifania, festa cristiana che si celebra il 6 gennaio, dodici giorni dopo il Natale. Nella tradizione popolare la festa dell’Epifania è associata alla Befana, figura folcloristica diffusa in tutto il Paese: tutti conoscono la vecchietta che a cavallo di una scopa volante durante la notte tra il 5 e 6 gennaio riempie di dolci (o di carbone) le calze appese dai bambini davanti al camino.

Il Corteo dei Magi a Milano

Secondo la tradizione cristiana il 6 gennaio è il giorno dell’arrivo dei Re Magi alla grotta di Betlemme per l’adorazione del bambino Gesù. Nella Basilica di Sant’Eustorgio a Milano fin dalla sua fondazione, datata attorno al 344 d.C., si conserva un sarcofago con le reliquie dei Re Magi. Le reliquie furono donate a Sant'Eustorgio direttamente dall'imperatore Costante I e proprio sulle sacre spoglie fu fondata la Basilica. Dopo il sacco di Milano nel 1162, Federico Barbarossa portò le reliquie dei Magi nella Cattedrale di Colonia, furono restituite alla Basilica milanese molti secoli dopo, nel 1904. Sin dal Medioevo, la mattina dell’Epifania un corteo in costume guidato da alcuni figuranti nelle vesti dei Re Magi parte dal Duomo di Milano e arriva alla Basilica di Sant’Eustorgio, la processione si conclude con l’offerta dei doni a un presepe vivente. Tutte le informazioni e il programma.

Befana Benefica del Motociclista a Milano

Altra consuetudine milanese è la Befana Benefica del Motociclista, un grande motoraduno con più di cinquant'anni di storia (la prima edizione è del 1967) che vede la partecipazione di numerosi moto club italiani. Il corteo dei centauri sfila per le vie di Milano e porta doni ai bambini meno fortunati. Dopo gli stop dovuti al Covid, l'evento - organizzato dalle Associazioni dei Motociclisti - torna per la consegna di doni ai bambini ospiti di alcuni Istituti di Milano e dintorni. Il luogo di ritrovo 2023: viale Alcide De Gasperi angolo piazza J.F. Kennedy.

Il Gabinàt in Valtellina

Il 'Gabinàt' è l’unica tradizione valtellinese autentica legata all’Epifania. Il 'Gabinàt' è probabilmente di origine svizzera o tedesca, in tedesco “Gaben-Nacht” significa notte dei doni, che si ripete ogni anno a partire dai vespri del 5 gennaio, alle 15 di pomeriggio, e che si protrae con orari diversi a seconda dei paesi per tutta la giornata del 6 gennaio. E' un evento ancora molto diffuso e radicato specialmente nel Tiranese, nell’Alta Valtellina e nella vicina Valposchiavo svizzera.  Nei paesi dove si celebra allo scoccare delle 15 i bambini escono di casa e vanno di casa in casa salutando tutti coloro che incontrano esclamando “Gabinàt!”. Un gioco di velocità, vince il primo tra i due che riesce a pronunciare la parola “Gabinat!”. Il vincitore ha diritto di ricevere un dono, come ricompensa per l’augurio. Solitamente vengono donati dolci, frutta secca e piccoli doni vari.

Il Canto della Stella nel Bresciano

Il Canto della Stella è una delle tradizioni più sentite e che meglio caratterizzano il periodo dell'Epifania nelle zone del bresciano. Quello del Canto della Stella è un rito antichissimo, di cui si hanno fonti risalenti al sedicesimo secolo con analogie molto simili tra le laudi spirituali dell’epoca e i canti tutt’oggi in uso nel territorio bresciano, con particolare incidenza in Valle Sabbia e nell’Alto Garda bresciano ed una presenza, seppur più timida, in Valle Trompia. Vengono chiamati Canti della Stella quei canti di questua a soggetto religioso eseguiti nella notte dell’Epifania, o nei giorni immediatamente antecedenti, da gruppi di cantori itineranti muniti di una stella che simboleggia il viaggio dei Re Magi. L’Epifania comincia la dodicesima notte successiva alla nascita di Gesù ed è festa di luce, di canti e di doni, oltre che il momento in cui Cristo simbolicamente si manifesta alle genti di tutto il mondo.  Da questa tradizione, fortemente radicata nel territorio, da 13 anni il Canto della Stella è valorizzato dal suo festival: La Dodicesima Notte. Il festival organizza ogni anno diverse serate che animano la provincia di Brescia con lo scopo di proseguire l'impegno di valorizzazione della tradizione in un'ottica innovativa e rivitalizzante attraverso alcuni appuntamenti natalizi che si svolgono nelle chiese e nelle piazze delle comunità in cui il Canto della Stella è tutt’oggi vivo.

Il burièl nel Mantovano

Nel Mantovano, il 6 gennaio giorno dell’Epifania la tradizione vuole che si festeggi con il burièl, il  caratteristico rogo composto da un’alta pila di legname, sfalci, fascine di legna, con in cima un pupazzo, la “Vecia”. Si tratta di un'entità diabolica e munita di scopa al pari delle streghe, simbolo al tempo stesso dell'anno appena trascorso e dell'oscurità invernale che il cammino del sole, da pochi giorni fattosi più lungo, incomincia a fugare. È il demone delle tenebre, del freddo gelido e della terra isterilita, ben lontana dall'immagine positiva di dispensatrice di doni che le viene data in tanta parte dell'Italia. Nell'Alto Mantovano tale compito è invece affidato a Santa Lucia, divinità solstiziale della luce positiva che, come porta doni ai bambini, così reca agli adulti il prossimo ritorno del sole, la bella stagione e la fertilità dei campi. Per vincere il nefasto imperversare della vecchia si è creata pertanto la tradizione di bruciarne l'effigie nella notte dell'Epifania, ponendola su un grande falò di sterpi e legni vecchi, il burièl, evocatore con le sue fiamme del sole che si vuole ritorni ad illuminare e riscaldare il cielo. Tuttavia questo rito, a seconda dei luoghi e dei paesi, può essere altrimenti frequentemente associato alla festa di S. Antonio Abate o al carnevale.

I dolci tipici

In provincia di Varese sono diffusi i Cammelli della Befana, biscotti di pasta sfoglia glassati o farciti di crema che nella forma ricordano l’arrivo dei Re Magi in sella ai loro cammelli. A Mantova il dolce tradizionale delle feste è l’Anello di Monaco, soffice dolce natalizio a forma di ciambella con farcitura a base di noci. La sua pasta ricorda il panettone di Milano, e in effetti le fasi della preparazione sono simili. A differenza però del cugino ambrosiano, l’Anello di Monaco ha un buco nel mezzo ed è decorato in superficie da una spessa glassa bianca zuccherina. Inoltre, a differenza del panettone, l’interno del dolce ha vari strati di farcitura in cui si alternano nocciole e mandorle tostate, zucchero e Marsala.  In Brianza c’è il noto Papurott o Papurogio, un dolce tipico che non manca mai sulle tavole dei brianzoli, soprattutto per la gioia dei bambini. Ha le sembianze di un bambolotto, ed è diffusissimo a Lissone, Desio e nella Brianza tutta. Non può mancare il Torrone di Cremona, dolce simbolo della città che risale all’epoca rinascimentale.