Coronavirus, più ricoveri in terapia intensiva. Su 9 vittime in Italia 8 sono in Lombardia

Quattro in due giorni, ma aumenta il numero dei guariti

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Milano, 13 luglio 2020 - Aumentano i lombardi guariti o dimessi, 277 in più nell’arco di 24 ore. Ma aumentano anche le persone ricoverate in terapia intensiva, dove i letti ieri erano 31, 2 in più rispetto all’altroieri. Venerdì c’erano stati altri due ingressi in terapia intensiva, che fanno salire a quattro i nuovi ricoveri in due giorni. Dati che invitano a non abbassare la guardai, anche perché su 9 nuovi decessi in Italia 8 si sono registrati in Lombardia (2 in più rispetto ai 6 dell’altroieri), che conta l’impressionante totale di 16.748 vittime.

E in Lombardia si sono registrati altri 77 casi positivi, su un totale di 234 a livello nazionale con un trend generale in aumento nonostante nel fine settimana diminuiscano i tamponi effettuati. La Lombardia, però, vede diminuire la percentuale di positivi trovati sul totale nazionale (il 32,9%). Pesano invece i contagiati in Emilia Romagna, 71, e in Calabria, 28, effetto dei focolai rispettivamente in alcune aziende e tra migranti sbarcati con il Covid. Sono i contesti che ora preoccupano di più, assieme alla movida e agli assembramenti tipici dell’estate, con i nuovi casi tra i giovani in netto aumento.

Il ministro della Salute Roberto Speranza esorta a non abbandonare la prudenza, perché il virus circola ancora e le misure di sicurezza basilari saranno prorogate. In Italia ci sono ancora o tre 13 mila persone positive al coronavirus, secondo i dati ufficiali del ministero della Salute, considerati sottostimati, la stragrande maggioranza dei quali in isolamento domiciliare. Secondo i dati diffusi ieri dalla Regione, fra i 77 nuovi casi positivi in Lombardia ci sono 15 casi rilevati con il test sierologico e 16 "debolmente positivi". I guariti/dimessi sono 277 in più, che fanno salire il totale a 70.297. I ricoverati non in terapia intensiva sono 160, 13 in meno. Ma è la lieve crescita dei pazienti in terapia intensiva a destare preoccupazione. Sabato l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, aveva parlato di due ricoveri dovuti "all’aggravamento del quadro clinico di due pazienti, positivi ma ricoverati per patologie diverse". A questi, ieri, se ne sono aggiunti altri due. Tra i contagi, la maggior parte dei nuovi casi (27) si concentra in provincia di Mantova, dove sono stati individuati focolai. Altri 21 nella Bergamasca, mentre nell’area metropolitana di Milano sono 6, tra cui 5 a Milano città. Tre province – Lodi, Pavia e Sondrio – registrano zero contagi. Dati incoraggianti e altri meno, mentre vengono rilanciati gli appelli a continuare con le misure anti-contagi.

L’impressione, infatti, è che in alcune aziende e uffici, complice anche il caldo, si stia iniziando ad abbassare la guardia sull’utilizzo delle mascherine e sul distanziamento. E nelle zone della movida si sta infrangendo ogni regola sugli assembramenti. Alcuni segnali preoccupanti arrivano anche dagli ospedali lombardi. Nei giorni scorsi si è alzato il livello di guardia nell’ospedale di Crema per via della scoperta di un numero di polmoniti non comune. Nessun tampone è risultato positivo, le polmoniti erano tutte monofocali (quelle da coronavirus sono multifocali, ndr) e nessuna ha presentato o si è evoluta in un quadro clinico grave. Nei giorni seguenti, i primi di luglio, il fenomeno non si è più ripresentato. Siamo in presenza, probabilmente, di alcune “Covid light“, come viene definito il nuovo fenomeno, cioè polmoniti leggere con il malato che ha un tampone negativo ma che ha la possibilità di diventare positivo nel tempo.