Crema, a fuoco tetto di una villa: "Scintilla forse partita dal fotovoltaico"

Fiamme in via Isonzo. Residenti allertati dai passanti

L'intervento sul tetto

L'intervento sul tetto

Crema (Cremona) - Tetto di una grande villa a fuoco, in via Isonzo, e oltre cinque ore di lavoro per i vigili del fuoco di Crema, che hanno dovuto lottare a lungo con le fiamme che, alla fine, hanno distrutto quasi interamente la copertura. "Hanno suonato alla porta intorno alle 14.30 e quando ho aperto – ha raccontato una delle residenti – ho visto un uomo che faceva dei gesti, indicandomi il tetto. Ho guardato e ho capito immediatamente: c’erano delle lunghe lingue di fuoco che stavano uscendo dalle tegole. Ho subito preso il gatto e siamo fuggiti. Dopo qualche minuto sono arrivati i vigili del fuoco". Due automezzi e un’autoscala sul posto per cercare di arginare le fiamme il più in fretta possibile, ma da subito si è visto che il fuoco era esteso a quasi tutta la base del tetto e usciva da sotto le tegole. Mentre i pompieri gettavano acqua sull’incendio, il padrone casa assisteva, senza poter fare nulla. "L’incendio è partito dall’impianto fotovoltaico che sta nella parte sud del tetto – ha riferito –. Forse un corto circuito. I danni sono davvero molti".

Al termine del lavoro i vigili del fuoco diranno se il primo piano e il sottotetto saranno agibili, nonostante fuoco e acqua. Una grande folla si è radunata in via Isonzo, nei pressi della casa che stava bruciando. Escluso il pericolo che le fiamme potessero intaccare le altre abitazioni, fortunatamente lontane dall’incendio. Ma tutti i proprietari sono scesi in strada, a portare un po’ di solidarietà allo sfortunato vicino. Non improbabile che il fuoco sia partito diverse ore prima, attaccando le travi in legno e formando la brace. Sarebbe poi bastato un leggero alito di vento per scatenare l’inferno. Il lavoro dei vigili del fuoco è stato lungo e meticoloso. E’ stato rimosso l’intero impianto fotovoltaico e gran parte del tetto è stata scoperchiata per controllare che non vi fossero altri focolai, tali da poter far riprendere fiato all’incendio. Poi, all’imbrunire, il lavoro è finito. Resta la triste conta dei danni.