Como, torna la tassa sui frontalieri motorizzati

Per utilizzare l’auto e raggiungere il posto di lavoro potrebbero sborsare anche 100 franchi al mese

Controlli in dogana

Controlli in dogana

Como, 2 aprile 2020 - Si chiama tassa di collegamento, ma potrebbero ribattezzarla tassa sui frontalieri perché è praticamente certo che le imprese del Canton Ticino la faranno pagare ai loro operai. È la gabella che si sono inventati oltreconfine per disincentivare l’utilizzo dell’auto a favore dei mezzi pubblici, ma siccome far pagare un pedaggio ogni volta che si valica il confine sembrava eccessivo si è optato per colpire indirettamente gli automobilisti. In pratica la tassa è a carico di tutti i privati, aziende e attività commerciali, che dispongono di almeno 50 posteggi. Nel caso delle aziende la gabella è di 3,50 franchi per ogni posto auto dei dipendenti e per i centri commerciali di 1,50 franchi al giorno e va a colpire anche i posteggi riservati ai clienti. Quando il Gran Consiglio rese operativa la nuova gabella, nel dicembre del 2015, le voci contro non si contarono e anche i ricorsi al Tribunale federale presentati soprattutto dai patron della grande distribuzione, in primi Silvio Tarchini di Fox Town. In attesa della decisione dei giudici la tassa è stata sospesa, ma adesso che l’alta corte ha respinto tutti i ricorsi ritenendoli infondati si dovrà tornare a pagare.

«Sono basito – spiega Silvio Tarchini, il patron di Fox Town che per i 1.200 parcheggi del suo outlet si troverà a dover pagare oltre 3.500 franchi al giorno, pari a oltre 3.200 euro – La decisione del Tribunale federale arriva in un momento pesantissimo per tutta l’economia e il commercio in particolare, c’è il rischio che molte aziende non riapriranno». Boccia la decisione dei giudici anche l’Ati, Associazione delle industrie ticinesi, che chiede di congelare la tassa che oltretutto, nel periodo in cui è stata sperimentata «non ha portato alcun tipo di beneficio sul traffico». Vedono nero anche i frontalieri che potrebbero vedersi trattenere anche 100 franchi al mese, 95 euro, per poter arrivare in auto sul posto di lavoro. In passato è già accaduto e nelle aziende ad alta concentrazione di frontalieri a fronte delle proteste sono scattate anche misure più drastiche, come la decisione di tirare le catene e mettere i sigilli ai posteggi pur di sfuggire alla tassa.