Colico (Lecco) – Si firma come dottoressa, ma non è un medico. Decine e decine di attestati di primo soccorso aziendale rilasciati ad altrettanti lavoratori dell’Alto Lario e della Bassa Valtellina sarebbero quindi carta straccia. I corsi di pronto soccorso per formare i lavoratori designati nelle aziende, per essere validi devono essere infatti svolti per legge da medici. Peccato che Carmen Gabriela Busoi, romena di 51 anni, non sia appunto un medico, almeno non in Italia.
I volontari della Croce rossa italiana della delegazione di Colico tuttavia hanno affidato proprio a lei, che tra l’altro è la loro vicepresidente, il compito di occuparsi dei corsi di primo soccorso aziendale a pagamento richiesti dagli imprenditori associati a Confindustria Lecco e Sondrio. Non sospettavano né potevano sospettare che non sia un medico e nemmeno che in cattedra ci salisse direttamente lei. Invece…
Ad accorgersi della presunta irregolarità è stato un suo "ex allievo" che ha conseguito l’attestato con lei come insegnante, salvo scoprire che non sarebbe valido quando lo ha presentato al suo nuovo datore di lavoro, il quale, per sicurezza e non trovarsi nei guai in caso di infortuni, ne ha verificato l’efficacia, o meglio l’inefficacia. "Per conto di Confindustria svolgiamo corsi di primo soccorso aziendale – spiega a precisa domanda Paolo Gianera, 68 anni, dal 2020 presidente dei soccorritori della Cri colichese -. Per questioni logistiche noi li svolgiamo nella zona dell’Alto Lago e della provincia di Sondrio. In base alle normative i corsi devono essere svolti da medici. Io comunque non mi occupo direttamente della formazione esterna, se non per la parte economica. La responsabile per i corsi di primo soccorso aziendale è la mia vice". C’è il rischio che coloro che hanno seguito i corsi debbano ripeterli.