Ci mancava la riffa dei posti in Europa

"Pensano solo alle poltrone": l'italico refrain sarà gettonattissimo nonostante la melodia stridente

Milano, 3 luglio 2019

DOMANDA

Non sono né populista né sovranista, sono solo indignato dalle scene che stiamo assistendo a livello europeo per le nomine dopo le recenti elezioni, indignato anche dal vedere i proBrexit voltare le spalle all’inno. Se proprio volevano dare respiro a chi mette in dubbio il senso dell’Unione Europea questi signori ci sono riusciti alla grande. Lì, a notte fonda per cercare un accordo non per risolvere problemi, ma su come attribuire le poltrone. Il segno dei tempi grami che stiamo vivendo. Gianni C., Como

RISPOSTA

«Pensano solo alle poltrone», quando si parla di politica in Italia si finisce sempre con questa constatazione, un luogo comune. Ormai è un refrain talmente stracco che suona quasi male, malissimo se ci troviamo a doverlo riascoltare anche nei commenti che riguardano le nomine in Europa. Quello che è andato e sta andando in scena non è un bello spettacolo. Partita da valori alti, basati sulle macerie che avevano lasciato due guerre mondiali e dalla convinzione che si doveva trovare un modo perché i popoli potessero coesistere generando pace e benessere, l’idea è scaduta alle scene di riunioni andate avanti sino a notte fonda per spartirsi i posti rimessi in gioco dalle ultime elezioni. Ed ecco che l’italico refrain ha debuttato anche in Europa. Sarà gettonatissimo dagli scettici nonostante la melodia stridente.