La vera sfida: fondi europei per le periferie

Convegno sul tema a Palazzo Marino

Milano, 26 gennaio 2020 - I Fondi europei sono uno strumento per creare sviluppo e coesione economica, sociale e territoriale, soprattutto nelle aree più disagiate. Per farlo seriamente non basta rispondere a un bando, come spesso accade, e vincerlo. Bisogna invece partecipare alla programmazione di obiettivi e risorse finanziarie dell’Unione europea. E bisogna farlo con pazienza e costanza, confrontandosi con i decisori e avanzando proposte credibili.

Di questo si discuterà venerdì 31 gennaio alle 17,30 a Palazzo Marino nel convegno promosso da Carmine Pacente, presidente Commissione Politiche Ue del Comune, presidente Dipartimento Europa Anci Lombardia e membro del Comitato europeo delle Regioni, al quale interverrà il sindaco Giuseppe Sala. Il disagio non è più una questione che divide solo Nord e Sud, le aree urbane e rurali. Attraversa e divide drammaticamente il centro e le periferie delle grandi città. Anche per tali finalità è nata l’Agenda urbana dell’Unione europea nel 2016 ad Amsterdam. Ed è proprio dal 2016, anno delle elezioni a Milano, che i soggetti coinvolti nelle fasi di programmazione dell’Unione europea, dalla Commissione europea alla Regione passando per Anci, si sono confrontati sulle politiche da mettere in campo.

Nel dicembre 2019 il Consiglio comunale ha approvato, all’unanimità, una mozione di Pacente nella quale si chiede alla Regione di destinare almeno il 10% di fondi europei (del FESR) alle aree urbane, vale a dire 100 milioni di euro. «Ora – annuncia Pacente – vogliamo insistere su questi temi anche con i decisori nazionali che “governano” l’altro pezzo della programmazione, i Pon, al fine di attivare sinergie e aumentare i fondi europei disponibili». Lo scopo del convegno è di proseguire la riflessione sulle risorse europee da destinare alle aree urbane come Milano. «Se saranno davvero 100 milioni i fondi europei che Regione Lombardia destinerà alle aree urbane tra FESR e FSE – conclude Pacente – allora potremmo finanziare pochi progetti, concentrando le risorse. Magari su qualche quartiere obiettivo delle periferie milanesi e su aree funzionali, opportunamente individuate, nel resto del territorio».