Acqua di Luna, la nuova frontiera

L’acqua di Luna non diventerà un bene di consumo

Milano, 15 marzo 2019 -

DOMANDA:

Leggo che presto si potrà bere acqua della Luna. O almeno che ci sarebbebro notevoli riserve di ghiaccio sul satellite per cui in un futuro nemmeno tanto lontano si potrebbero creare delle vere e proprie colonie umane. Se da un punto di vista scientifico la prospettiva è certo suggestiva, sotto altri aspetti ha un retrogusto inquietante. Visto che l’uomo ha nel suo dna la capacità di complicarsi la vita non vorrei che questa corsa alle colonie diventasse un altro elelento di tensione sulla povera Terra. Paola, Milano

RISPOSTA:

Non illudiamoci, né facciamoci prendere da strani “esotismi” solo di trasporto e consegna potrebbe costare un occhio della testa. L’acqua di Luna non diventerà un bene di consumo, ma il fatto che si sia scoperto che ce n’è tanta sotto forma di ghiaccio misto agli elementi del suolo lascia supporre che questo grande ritorno di interesse per il satellite non sia solo legato alla ricorrenza dei cinquant’anni dalla prima passeggiata. La presenza di ghiaccio presuppone che si possa ricavare acqua, questo potrebbe lasciar supporre nuove missioni che non saranno solo una “toccata e fuga” ma dei veri e propri insediamenti sulla crosta lunare. È un passo verso la colonizzazione, con quale scopo spetterà all’intelligenza degli uomini stabilirlo. Si sta per aprire un capitolo davvero “rivoluzionario”. C’è da augurarsi che non sia solo la corsa a un nuovo mondo per far passare in secondo piano le esigenze e le emergenze, di quello che resta l’unico mondo possibile, la Terra. ivano.costa@ilgiorno.net