Zone, i richiedenti asilo chiedono di tornare in Val Sabbia

I nuovi richiedenti asilo arrivati nei giorni scorsi a Zone non vogliono restare in paese

I profughi nella struttura

I profughi nella struttura

Zone (Brescia), 28 luglio 2018 - I richiedenti asilo arrivati nei giorni scorsi a Zone non vogliono restare in paese e, soprattutto, vorrebbero che la Prefettura fornisse loro un autobus per far ritorno in Valle Sabbia, dove hanno vissuto fino a qualche giorno fa. Così ieri mattina si sono prima recati in Comune e poi hanno incontrato il sindaco Marco Zatti all’Ostello Trentapassi (ex Albergo la Lucciola), dove hanno fatto le loro richieste. «L’incontro che ho avuto con i richiedenti asilo è stato pacato – spiega il primo cittadino – i ragazzi si sono lamentati di alcune delle regole imposte nella struttura che li accoglie, quali per esempio l’orario delle docce o il tipo di cibo che viene loro servito.

La proprietà, che era presente all’incontro e che nel tempo non ha mai fatto mancare nulla ai propri ospiti, si è dimostrata assolutamente comprensiva, dichiarandosi disposta a cambiare i pasti serviti in relazione alle indicazioni che saranno fornite dai ragazzi e anche gli orari in cui è possibile fare la doccia, anche assicurando che lo sia per due volte al giorno. Loro però si sono mostrati reticenti, facendoci capire che in realtà non vogliono assolutamente stare a Zone. Io ho risposto loro che sono liberi di acquistare un biglietto del bus e di andarsene».

La situazione a Zone si è fatta delicata qualche settimana fa quando il sindaco Zatti ha scritto alla Prefettura di Brescia chiedendo di trasferire i 24 ospiti che allora si trovavano nell’ostello perché si sono rifiutati di svolgere alcune mansioni in favore del Comune e per alcuni problemi sorti tra di loro. Un caso che fece molto scalpore e da cui ovviamente sono scaturite polemiche.

«Con la Prefettura abbiamo un ottimo rapporto di collaborazione – rimarca Zatti – ed il Prefetto Vardé è molto sensibile al problema dei rifugiati, come d’altronde ha sempre dimostrato anche questa amministrazione. Noi cerchiamo di lavorare per integrarli, ma questo ci sembra davvero difficile, visto che non collaborano. In atto vi è una convenzione secondo cui i ragazzi dovrebbero svolgere alcuni lavori socialmente utili e noi crediamo molto nel lavoro come strumento di integrazione e socializzazione, specialmente in una piccola comunità come la nostra. Non è mai stato fatto. E’ da rimarcare, ad ogni modo, che ad occuparsene è un privato, che ha vinto un bando inizialmente per 12 ragazzi diventati poi 24. Noi nel tempo abbiamo sempre ribadito che sono troppi. Ora la situazione si è fatta ancora più difficile». La titolare dell’ostello Trentapassi ex Albergo la Lucciola ieri non ha voluto fare entrare i cronisti nella sua proprietà.

Spiegando che «Tutto è tranquillo e che non serve strumentalizzare le notizie anche in rispetto della stagione turistica e degli albergatori di Zone». Intanto i giovani hanno fatto sapere che da qualche giorno non mangiano il cibo che viene loro servito. La giornata di ieri quindi si è concluso con il sindaco e i profughi fermi sulle rispettive posizioni. Per il primo cittadino se i richiedenti asilo decideranno di rimanere devono sottostare a regole precise ma se vogliono lasciare Zone dovranno farlo senza che sia un autobus della Prefettura a portarli altrove.