Val Palot, la sfida ad alta quota di Bea: "Siamo rimasti soli, ma non ci arrendiamo"

Il negozio di alimentari e beni di prima necessità della famiglia Picinelli che serve i 50 residenti del paese: "Siamo un punto d'incontro, servirebbero aiuti dalle istituzioni"

Beatrice Picinelli

Beatrice Picinelli

Pisogne (Brescia) - Da oltre 40 anni la cinquantina di residenti della bellissima località Val Palot, abbarbicata a 1.000 metri di altezza sui monti di Pisogne, comprano pane, affettati e tutto quanto serve per la casa nel negozio Picinelli Daniele. Lo stesso fanno i tanti turisti che, soprattutto in estate, salgono nei loro appartamenti per trascorrere giornate all’insegna della natura, delle camminate e di panorami mozzafiato, che consentono di estendere la vista verso il massiccio della Presolana e verso quello dell’Adamello, nonché di salire verso i colli di San Zeno e verso il Monte Guglielmo: la prima Alpe Bresciana.

Se un tempo le attività in questa valle, dove in inverno c’è pure una stazione sciistica, erano diverse, ora resta ben poco: il negozietto di alimentari gestito da Beatrice, 49 anni, e dal fratello Nico, 48 anni, è ancora intestato a papà Daniele, che vive lì, sui suoi monti, che mai abbandonerà.

Qualche centinaio di metri più in là c’è un rifugio, affacciato sulle piste da scii. Gli alberghi sono stati chiusi e uno è addirittura pericolante e non ci si può avvicinare. Non ci sono bar né altre rivendite. "In inverno apriamo solamente dalle 9 alle 13 – spiega Beatrice Picinelli –perché ci sono i residenti: alcune coppie con bimbi e molti anziani come papà Daniele, che continua a vivere qui con mio fratello. Siamo considerati anche un luogo di incontro, dove scambiare quattro chiacchiere. Del resto le persone anziane spesso non hanno l’auto e per loro fare la spesa da noi è una grande comodità. Anche per questo resistiamo e non chiudiamo".

È il fratello di Beatrice, Nico, ad aprire la mattina, sostituito poi dalla sorella, che tutte le mattine sale da Gratacasolo di Pisogne, sul fondovalle, dove abita con la famiglia, che è di origini frainesi. "Fino al 2004 abbiamo avuto anche un negozietto in paese a Fraine, a qualche chilometro da qui – continua Beatrice – ma ad un certo punto mia mamma si è stancata e ha preferito smettere per stare con i nipoti e con mio padre. La partita Iva è sempre la stessa. Il negozio fu aperto dai genitori di mio padre. Credo proprio sia una delle attività commerciali più vecchie della nostra zona, anche se non abbiamo avuto nessun riconoscimento come bottega storica. Ci piacerebbe tanto".

Durante l’inverno spesso Beatrice e Nico servono gli sciatori ma sono diverse pure le persone che salgono per comprare prodotti tipici. "L’80% dei salumi e dei formaggi che vedete esposti nel nostro bancone provengono dalle malghe del posto. Le persone conoscono la nostra qualità e la desiderano. Noi, nel compenso, diamo lavoro alle attività del comprensorio".

In estate i ritmi sono diversi. Si apre presto e si chiude la sera, ma solamente per un paio di mesi. "Per negozi come i nostri servirebbero aiuti concreti – rimarca Beatrice – ad esempio calmierare la tassa dei rifiuti e non solo: non possiamo pagare in inverno quanto paghiamo in estate. La zona andrebbe promossa in modo incisivo. Anziché permettere di mettere tende in modo disordinato servirebbe un campeggio adeguato, con tutti i servizi. Questo porterebbe un turismo qualificato, interessato a comprare quello che di buono i nostri boschi offrono. Si potrebbero studiare iniziative e cercare di portare le persone in questo che è davvero un angolo di paradiso. Sarebbe bello anche incentivare alla riapertura degli alberghi".

Un tempo la Val Palot era una località frequentatissima, in estate e in inverno, anche grazie alla possibilità di fare tante escursioni, più o meno facili. Oggi si sta lentamente spopolando. I turisti restano meno, solo a luglio e agosto. Solo qualcuno sale per le vacanze invernali.