Turisti in calo sul Garda, ma la stagione è positiva

Lieve flessione delle presenze sui laghi dopo le annate record. Le previsioni meteo errate hanno penalizzato la Val Camonica

Il castello scaligero di Sirmione

Il castello scaligero di Sirmione

Brescia, 4 settembre 2018 - La riapertura delle mete nel Nord Africa e del Mar Rosso pesa sulla stagione turistica bresciana. Non ci sono ancora numeri ufficiali, ma gli operatori del settore sanno che per il lago di Garda, punta di diamante del turismo in provincia, si stima una contrazione del 4-5%. «Parliamo di un di più rispetto ai risultati straordinari degli anni passati – sottolinea Paolo Rossi, presidente Federalberghi –. Si è parlato di effetto mondiali, ma più che il calcio penso c’entri la riapertura di destinazioni come Turchia o Egitto, con i voli low cost».

C’è da dire che il Garda viene da due annate straordinarie: 7,3 milioni di presenze, sulla sola sponda bresciana, nel 2016, 7,7 lo scorso anno. Se anche, dunque, fosse confermato il calo sul Benaco (i numeri ufficiali li fornirà la Provincia), il bilancio provinciale potrebbe restare positivo. «In generale – prosegue Rossi – possiamo dire che è la terza stagione positiva per la nostra provincia, in linea con quelle del 2016 e del 2017».

Se l’è cavata bene il Sebino, confermando le buone performance dello scorso anno e spazzando via i dubbi che l’effetto Christo potesse essere solo temporaneo. Quanto alla città, la fine dell’estate non chiude la stagione turistica. «Il trend è positivo – conferma Rossi – anche perché è in ripresa la clientela business».

La stagione estiva è invece ormai conclusa in alta Val Camonica. «Le ultime due settimane di agosto – spiega Graziano Pennacchio, Hotel Sciatori e vicepresidente di Federalberghi – hanno un po’ ripianato la perdita dei primi dieci giorni del mese, quando siamo stati notevolmente penalizzati dalle previsioni del tempo, che hanno preannunciato, erronamente, brutto tempo».

Quanto al resto del territorio, Pennacchio conferma che la riapertura di mete estere, in questi anni rese offlimits dalle guerre, ha determinato un po’ di calo, soprattutto sul Garda. Se la situazione internazionale andrà migliorando, si dovrà fare i conti col ritorno dei grandi competitor. «Come Bresciatourism – commenta Pennacchio, da poco anche amministratore delegato – l’idea è riportare il baricentro su attività promozionale finalizzata alla commercializzazione». Tra le sfide per gli albergatori, c’è quella degli alloggi abusivi: Federalberghi ne stima 3000 in provincia.