Via alla stagione della caccia: pronte 30.900 doppiette

Brescia stacca Bergamo come licenze: sono 21mila quelle attive

Un cacciatore

Un cacciatore

Bergamo e Brescia, 16 settembre 2018 - Si apre all’insegna delle polemiche e degli atti vandalici la stagione della caccia nella Bergamasca e in provincia di Brescia (con le sue oltre 21mila doppiette è la prima provincia in Italia per numero di cacciatori, Bergamo si attesta su 9.900 tesserini), che si apre oggi e terminerà giovedì 31 gennaio: nel Bresciano, a Roncadelle, nella notte di venerdì ignoti hanno distrutto un capanno, mentre questa mattina alle 4, sul piazzale della Malpensata, a Bergamo, si riuniranno gli animalisti che hanno aderito alla “Camminata di disturbo alla caccia”, manifestazione che è stata segnalata all’autorità giudiziaria dal presidente di Federcaccia Bergamo, Lorenzo Bertacchi.

«Credo che una manifestazione del genere sia pericolosa - sottolinea – comunque invito le doppiette bergamasche a non rispondere a eventuali provocazioni di chi odia la caccia e a chiamare piuttosto i carabinieri. Invito poi tutti i nostri associati a stare attenti alla sicurezza, a non sparare se non si è certi di avere campo libero, a non sparare senza vedere chiaramente il bersaglio e invito tutti ad indossare un capo ad alta visibilità, in modo da segnalare la propria presenza agli altri cacciatori e agli altri frequentatori di monti, boschi e campagne».

Nonostante sia la prima provincia in Italia per numero di cacciatori, la situazione a Brescia non appare rosea, con un calo di circa il 3% annuo delle doppiette, soglia che viene considerata “critica”. «Purtroppo – spiega il presidente di Federcaccia Brescia, Marco Bruni – manca il ricambio generazionale. Inoltre viviamo la grossa difficoltà relativa alla situazione dell’Ambito Territoriale di Caccia Unico (Atc), che è stato commissariato». Per la verità, in provincia di Brescia, a partire dal 2 settembre e fino all’apertura generale di oggi, sono state concesse alcune giornate di caccia cosiddette “in preapertura”, esclusivamente da appostamento ed alle sole specie tortora, cornacchia grigia e cornacchia nera.

Nella Bergamasca gli ambiti dove si può cacciare sono quelli di Pianura orobica, Prealpi Bergamasche, Valle Seriana, Valle Brembana, Valle Borlezza, Valle di Scalve. In provincia di Brescia, invece, gli ambiti riconosciuti sono Ponte di Legno, Edolo, Media Valle Camonica, Bassa Valle Camonica, Sebino, Val Trompia, Val Sabbia e Alto Garda.

L'assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e sistemi verdi, Fabio Rolfi, invita tutti a «far fronte comune per difendere un settore che ha un forte indotto occupazionale e che rappresenta una tradizione millenaria ancora viva del nostro territorio». «Siamo riusciti - aggiunge Rolfi - ad aumentare il carniere dell’allodola per gli specialisti. L’anno scorso erano consentiti 10 capi giornalieri e 50 stagionali. Quest’anno saranno 20 giornalieri e 80 stagionali. Segno tangibile di un impegno concreto da parte della Regione Lombardia ad agevolare l’attività venatoria». Per quanto riguarda le specia di avifauna migratrice, vigono periodi e limiti di carniere stabiliti dalle vigenti leggi regionali, mentre per la caccia in selezione agli ungulati (camoscio, capriolo, cervo, cinghiale e muflone) e la fauna tipica alpina (gallo forcello, coturnice, pernice bianca e lepre bianca) occorre fare riferimento ai decreti emanati dai singoli Uffici Territoriali Regionali.