Brescia, fondi dal Ministero: un milione per i siti radioattivi

Nella cava Piccinelli sono stoccati mille metri cubi di scorie di fonderia

Presidio ambientalista alla cava Piccinelli

Presidio ambientalista alla cava Piccinelli

Brescia, 12 settembre 2019 - Svolta in arrivo per la ex Cagimetal (ex Cava Piccinelli) e per i siti con rifiuti radioattivi nel bresciano. Il ministero dell’Ambiente ha sbloccato 10 milioni di euro del fondo di rotazione per la messa in sicurezza e risanamento dei 15 siti indicati dall’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e radioprotezione (Isin). Una buona notizia per Brescia, visto che per numero (9) e gravità, la nostra provincia detiene il record. Nei mesi scorsi il Prefetto di Brescia Attilio Visconti aveva avviato il pressing sul Ministero perché si sbloccassero le risorse.

Ieri mattina è arrivata la lettera con la risposta positiva, che ha cambiato il tenore della riunione convocata in Prefettura sulla ex Cagimetal (1.000 metri cubi di scorie di fonderia e terra per una radioattività mille volte i limiti di legge). Nel 2012 (giunta Paroli) erano stati portati via undici fusti ma il rischio di risalita della falda ha portato l’Isin a classificare la discarica come priorità assoluta a livello nazionale. In questi anni «il monitoraggio è stato continuo» (lo ha assicurato l’assessore all’ambiente Miriam Cominelli), ma ora che il Ministero mette a disposizione 1 milione di euro si potrà agire per la messa in sicurezza definitiva. La cifra, infatti, potrebbe essere sufficiente a realizzare il progetto di realizzare un sarcofago in cui mettere al sicuro i fusti con la terra contaminata (aspettando il deposito nazionale).

Entro il 30 settembre, il Prefetto invierà al Ministero la richiesta di fondi con la relazione tecnico-economica degli interventi sia per la Cagimetal che per tutte le aziende che ne avranno titolo. L’elenco Isin comprende infatti anche: la discarica Metalli Capra, le sedi di Montirone e Castelmella della Raffineria Metalli Capra, Iro Industrie Riunite Odolesi di Odolo, la Alfa Acciai di Brescia, le Acciaierie Venete di Sarezzo e la Rvd di Lumezzane. Per la Raffineria Metalli Capra, non dovrebbe essere necessario effettuare sarcofagi, visto che i 28 mc di rifiuti potrebbero essere conferiti più semplicemente in aziende specializzate: operazione relativamente semplice ma costosa per il curatore fallimentare.