Sara Simeoni “riapre“ il campo del record mondiale

Il Calvesi fu chiuso nel 2013 per i veleni della Caffaro. La saltatrice in alto. lì superò i 2,01 metri

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"Una grande emozione". Non poteva essere diversamente per Sara Simeoni, tornata al Calvesi di Brescia dove 44 anni fa (era il 4 agosto, allora il campo si chiamava Morosini) stabilì il record mondiale di salto in alto, superando l’asta a 2,01 metri.

"Pensare che il giorno prima ero stata male – ricorda – decisi comunque di salire in pedana. Salto dopo salto, mi resi conto che le cose stavano andando bene". In tribuna c’erano i suoi genitori. "Per fortuna non lo sapevo, altrimenti non sarei stata così tranquilla". Alla fine arrivò il record mondiale, a lungo imbattuto. "L’assalto dei giornalisti di oggi mi ricorda quello di 44 anni fa", scherza. A Brescia è tornata per la riapertura del campo, chiuso dalla primavera del 2013 dopo il sequestro dei carabinieri del nucleo investigativo su mandato della Procura, perché non veniva rispettata l’ordinanza sindacale che imponeva di non calpestare i terreni contaminati dai veleni della vicina Caffaro. "Mi è dispiaciuto sapere che questo campo, dove in qualche modo la mia vita è cambiata, era finito così malamente. Sono contenta per il lavoro fatto".

Nel 2019, infatti, sono iniziati i lavori di bonifica e riqualificazione per circa 3,4 milioni di euro. Da ieri le porte del Calvesi hanno riaperto per accogliere nuove generazioni di atleti, in coppia con il campo di atletica Gabric di Sanpolino.

"Questo – spiega l’assessore all’Ambiente Miriam Cominelli – per la nostra città è un punto di arrivo ma anche di partenza, che parla di come le ferite del passato siano diventate lo sprone per mettere al centro uno sviluppo davvero sostenibile".

"Restituiamo alla città un campo di atletica storico che con quello di Sanpolino mette Brescia in luce anche agli occhi della Federazione", aggiunge il sindaco Emilio Del Bono.

Federica Pacella