Revenge porn, altri risarcimenti Al processo calano gli imputati

Migration

Nuovi risarcimenti in arrivo per la quarantenne bresciana rimasta vittima di revenge porn, un caso che ha fatto finire sul banco degli imputati 10 persone. Ieri è ricominciata l’udienza preliminare, durante la quale un secondo imputato - come già aveva fatto in precedenza un 27enne, chiedendo scusa e ottenendo in cambio il ritiro della querela da parte della donna - ha deciso di risarcire la vittima. Si profila così un’altra uscita dal procedimento. E a breve potrebbe seguire la medesima strada una terza imputata - la figlia di un allenatore di calcio di Serie A - che ha manifestato identica intenzione. La parte offesa, una professionista, aveva girato alcuni video osé destinati all’amante dell’epoca - un 48enne, tra gli imputati - ma quei filmini e scatti senza veli che in teoria dovevano costituire un gioco privato tra il gennaio e il febbraio 2020 passarono di cellulare in cellulare, via Whatsapp, e diventarono virali. Rimbalzarono a latitudini diverse, finirono sui monitor di centinaia di persone, tra cui anche quelli appartenenti ad esponenti delle forze dell’ordine, che commentarono la visione della donna discinta ma non mossero un dito per bloccare la diffusione del materiale. Per il ‘pasticcio’ la vittima - i suoi video furono visti persino in Sud America, e da oltreoceano ricevette chiamate con proposte a luci rosse - fu licenziata per danno di immagine da uno degli studi per cui collaborava. Erano 10 gli imputati per cui il pm Benedetta Callea aveva chiesto il rinvio a giudizio. Tra loro anche un ex giocatore del Brescia Calcio, e un agente di Polizia Locale di casa a Torino. Ora non tutti arriveranno a processo. L’udienza è stata aggiornata al 29 giugno. B.Ra.