Prevalle, cadavere nel canale: il mistero si infittisce

Il corpo senza vita nella centrale era di uno spacciatore. Dal luogo ai legami con la droga: le analogie col delitto Mantovani

Il corpo è stato avvistato da un addetto alla manutenzione della centrale idroelettrica

Il corpo è stato avvistato da un addetto alla manutenzione della centrale idroelettrica

Prevalle (Brescia), 21 febbraio 2020 - Il corpo rinvenuto mercoledì mattina nel canale di scolo della centrale idroelettrica Dwk a Prevalle ha un nome e cognome: Roberto Gosetti, 36enne del posto, di cui non si avevano notizie dal primo gennaio. Manca ancora la conferma ufficiale – l’esame delle impronte sarà eseguito in concomitanza con l’autopsia – ma sull’identificazione sembrano esserci ormai pochi dubbi. Suicidio o caduta accidentale sono le ipotesi più accreditate dai carabinieri e dal pm Caty Bressanelli. Ma la vicenda è un mistero e presenta singolari coincidenze con un caso ancora aperto: quello di Jessica Mantovani, la 37enne di Villanuova sul Clisi trovata morta in estate in una vasca di scolo della stessa centrale, a circa un chilometro. Un caso per cui ci sono due indagati per omicidio e occultamento di cadavere - Giancarlo Bresciani, 50 anni, e il vicino di casa Marco Zocca, 23 – e nessuna certezza. Ancora una volta mercoledì, come era successo il 13 giugno, è stata una griglia a restituire il cadavere, avvistato da un addetto alla manutenzione.

Gosetti è stato ripescato senza documenti in via Fucine, Jessica in zona Marassi. Il corpo dell’uomo appariva in acqua da qualche giorno, forse una settimana, e presentava ferite ritenute compatibili con la permanenza nel naviglio. All’apparenza, nessun segno evidente di violenza da parte di terzi. Jessica invece presentava i segni di un pestaggio e l’autopsia ha sconfessato l’annegamento. Precedenti per spaccio di droga, frequentazioni comuni a quelle della 37enne, di Gosetti non si sapeva più nulla da Capodanno. All’alba i genitori avevano sentito provenire rumori dall’abitazione del figlio che viveva sopra di loro. Quando più tardi l’hanno cercato, era sparito, così come il suo telefonino.

A casa c’erano soldi, documenti, la Golf posteggiata. Prima di uscire Gosetti, che ultimamente sembrava un po’ depresso, ha staccato la corrente elettrica, tanto che la famiglia ha sperato in un allontanamento volontario. Ma con il trascorrere dei giorni l’angoscia è cresciuta. Con chi abbia trascorso l’ultimo mese e mezzo è un mistero. Così come rimarrà un mistero se sapesse qualcosa della fine di Jessica, tossicodipendente e che capitava si prostituisse per pagarsi le dosi. Per l’avvocato Marino Colosio, che assiste la famiglia Mantovani, l’omicidio è maturato in un contesto di induzione alla prostituzione. Dirimenti per l’inchiesta in corso le risposte che si attendono dal Ris di Parma sulle tracce biologiche – sangue e non solo – repertate a casa di Bresciani e sulla Fiat Panda in uso a Zocca.