Omicidio di Laura Ziliani, la mail: "Il vicino trasportava un corpo"

Una lettera anonima, trasmessa il 16 maggio all’indirizzo di posta elettronica della polizia locale della Valle Camonica

Mirto Milani

Mirto Milani

Temù (Brescia) Nel giallo di Temù galleggia anche una mail anonima. È quella che viene trasmessa il 16 maggio all’indirizzo di posta elettronica della polizia locale della Valle Camonica. L’anonimo segnalava di avere visto, la mattina dell’8 maggio, "il nostro vicino che ha preso sulle spalle una signora priva di sensi dalla loro macchina". Il giorno seguente ha appreso che si trattava "della "signora Laura" (Ziliani). Sosteneva anche di essere stato pagato per il suo silenzio, ma di essere pronto per negoziare un nuovo accordo. Gli accertamenti per arrivare all’intestatario dell’indirizzo di posta elettronica, creato in provincia di Varese, non avevano avuto esito. Laura Ziliani era ancora una persona scomparsa da ricercare. Le battute erano state imponenti, con l’impiego di almeno un centinaio di uomini, dislocati nelle zone segnalate dalle figlie della Ziliani.

Dopo otto giorni di inutili ricerche, la prefettura di Brescia aveva sospeso le operazioni. Il 23 maggio il ritrovamento nel letto del torrente Fiumeclo di una scarpa sinistra aveva segnato una svolta. Silvia, la maggiore delle due figlie dell’ex vigilessa, l’aveva riconosciuta come una delle calzature della madre. Una serie di accertamenti avevano fatto emergere come fosse assai improbabile che il torrente avesse potuto trasportare la scarpa fino a quel luogo. Il racconto delle sorelle Ziliani e di Mirto Milani, il fidanzato di Silvia, aveva mostrato un’altra delle sue incongruenze. Ma il mistero della mail anonima con l’accusa al "vicino" rimane tutto da sciogliere nel puzzle della Valle Camonica.