di Marianna Vazzana "Mia figlia è ancora molto turbata. Non è più salita su un mezzo pubblico da sola". Lo rivela una mamma delle sei ragazze sedicenni e diciassettenni molestate sul treno regionale 2640 che dalla stazione di Peschiera del Garda avrebbe dovuto riportarle a casa, quattro a Milano e due a Pavia, dopo una giornata di divertimento trascorsa a Gardaland. Era giovedì 2 giugno, Festa della Repubblica. E le adolescenti, come riportato su queste pagine nei giorni scorsi, non avevano idea di quello che avrebbero trovato in banchina: "Più di cento ragazzi e ragazze, molti nordafricani, che affollavano la stazione, urlavano, saltavano sui binari e sputavano sui treni in sosta", hanno raccontato. Con tutta probabilità, parte della folla di giovanissimi che nel pomeriggio aveva preso d’assalto la riva del Basso Lago di Garda dopo un annuncio comparso su TikTok trasformandola nel teatro di una maxi rissa. Poi, sul regionale, l’incubo: il fiume umano sui vagoni, il caldo asfissiante, l’accerchiamento, i palpeggiamenti "sul sedere, più volte", hanno denunciato le giovani al presidio Polfer della stazione Centrale di Milano il giorno successivo. Molestie avvenute mentre cercavano di raggiungere la carrozza di testa per cercare il capotreno o qualcuno che potesse aiutarle. Nell’avanzare venivano ostacolate, "eravamo circondate da almeno trenta ragazzi che ci dicevano frasi come “voi siete bianche, qui non salite“". Come sta ora sua figlia? "È ancora molto scossa. Non se la sente di prendere un mezzo pubblico da sola. Quel giorno non riusciva nemmeno a parlarmi al telefono: era in lacrime, sconvolta". Siete riuscite a sentirvi mentre era sul treno? "Ci siamo sentite più volte nel corso della giornata, mi aggiornava su quel che faceva in gita con le amiche. Nel tardo pomeriggio sapevo che stava andando a prendere il treno per rientrare, da Peschiera del Garda. Dopo un po’ la sorella maggiore, che non era ...
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