Brescia, epidemia di legionella: in arrivo un maxi-elenco di indagati

In Procura il fascicolo è aperto per epidemia colposa, per ora a carico di ignoti ma saranno presto iscritti i nomi degli indagati

Il pronto soccorso di Montichiari

Il pronto soccorso di Montichiari

Brescia, 20 settembre 2018 - Mentre è in corso la sanificazione nelle torri di raffreddamento delle tre aziende da cui sarebbe partita l’ondata anomala di polmoniti e legionella nella bassa bresciana, l’indagine della Procura si avvia a una svolta. Nel fascicolo aperto contro ignoti per epidemia colposa saranno presto iscritti i nomi degli indagati. L’elenco potrebbe essere lungo e riguardare non solo il mondo delle tre aziende per ora coinvolte (Cartiera del Chiese di Montichiari, le Acciaierie di Calvisano e la Gkn Wheels): un atto dovuto, necessario per consentire accertamenti irripetibili. Per ora, dalle analisi di Ats Brescia, le maggiori responsabilità sarebbero da attribuire alle torri di raffreddamento.

Ci sono tanti punti, però, ancora da chiarire. Il batterio si è sviluppato in tutte le torri quasi contemporaneamente o una ha “contagiato” le altre tramite il vento? O si è formato altrove ed è poi stato trasportato lì? Quanti dei ricoverati sono stati contagiati dallo stesso batterio isolato nelle torri (legionella pneumophila 1 e 213)? E’ stata fatalità o incuria? In un’azienda gli impianti erano praticamente nuovi; inoltre non esiste, a livello normativo, un obbligo di sanificazione costante delle torri di raffreddamento, ma solo linee guida nazionali, tanto che l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera si è impegnato a licenziare al più presto una norma che definisca doveri ben precisi. Mentre i campionamenti si sono estesi anche ad altre torri di raffreddamento della zona, Ats, Regione e sindaci hanno sottolineato di non voler criminalizzare le imprese coinvolte.

Qalche risposta in più potrebbe arrivare dall’analisi dei venti che, secondo l’ipotesi della Regione, potrebbero aver spostato masse d’acqua contaminata nebulizzata, diffondendo il contagio tra 8 comuni della bassa bresciana e una parte dell’alto mantovano, portando al ricovero di oltre 200 persone, di cui 43 con legionella, e un decesso accertato per questo batterio.