L’addio a Marco e Giorgio, morti nel rogo dell’auto

Ieri i funerali dei due amici mentre proseguono gli accertamenti sul drammatico incidente

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Ultimo saluto ieri a Marco Rossi e Giorgio Botti, i due amici di 30 e 18 anni morti carbonizzati nell’auto andata a fuoco a Lumezzane, dopo lo schianto contro un muro. Per il primo funerali nella parrocchiale di Cogozzo, a Villa Carcina, per il secondo con rito civile a casa, a Sarezzo.

Nel frattempo il pm Ettore Tisato prosegue gli accertamenti. Si profilano due iscrizioni al registro degli indagati: quella di Rossi, che pur non avendo mai conseguito la patente B quella sera guidava la Clio, che risponde di omicidio stradale (il reato è estinto per morte del reo, l’iscrizione è un passaggio formale). E quella di un amico che sedeva dietro, sopravvissuto e al momento ricoverato in ospedale, che potrebbe finire nei guai per incauto affidamento della vettura: è infatti il proprietario della Clio, cointestata con Rossi. In base ai primi accertamenti gli amici sapevano che il trentenne non poteva guidare. "Aveva bevuto e gli avevamo chiesto di rallentare" avrebbe riferito agli inquirenti uno dei sopravvissuti, per i quali si attende l’esito delle analisi per appurare la presenza di alcol e droghe nel sangue.

La Clio era stata intercettata da una pattuglia dell’Arma di Concesio, che per un pelo non sarebbe stata speronata per sbaglio dall’utilitaria zigzagante, da Sarezzo verso Lumezzane. Gli operanti non hanno fatto in tempo a bloccarla: appena la Clio ha svoltato in via Brescia, hanno sentito un boato e visto una fiammata levarsi in cielo.

I militari e altri automobilisti in transito si sono buttati nel rogo per salvare i ragazzi. Rossi era già morto. Botti ha resistito poche ore in ospedale. I due ventenni valtriumplini invece - ricoverati uno a Verona con ustioni al 40 per cento, l’altro al Civile per vari traumi - sono salvi.

B.Ras.