Brescia, la ragazza contro il maestro di karate: "Ho voluto guardarlo in faccia"

La gioia di una delle vittime dell'istruttore condannato per violenza

il tribunale di Brescia

il tribunale di Brescia

Brescia, 29 marzo 2018 - «La strada che le ragazze devono affrontare per superare quello che hanno subìto è ancora lunga. Questa sentenza però è un primo passo. La condanna è un bene per noi, ma anche per la società». Così i genitori di alcune delle ragazze finite nella rete di Carmelo Cipriano commentano la condanna a 9 anni e sei mesi di reclusione inflitta al 44enne insegnante siciliano di karate, finito a processo con l’accusa di violenza sessuale di gruppo, atti sessuali con minori, prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, Cipriano, detenuto a Pavia dall’autunno (a ottobre era stato arrestato e condotto nel carcere di Brescia prima del trasferimento in una struttura con una ala per i “detenuti protetti”), dal 2008 al 2017 avrebbe costretto le giovani allieve a consumare rapporti sessuali con lui e anche con altri adulti. Tra le vittime anche una giovane che all’epoca dei primi rapporti aveva 12 anni.

Il pm Ambrogio Cassiani aveva chiesto una condanna a 10 anni. Per Cipriano è inoltre stata disposta l’interdizione perpetua da qualsiasi ruolo che consenta di avvicinare minori. «Questo è un altro aspetto che ci dà grande soddisfazione – ammette uno dei genitori che si è costituito parte civile, cinque quelle ammesse e che hanno ottenuto una provvisionale sul futuro risarcimento dai 3 ai 5mila euro –. Cipriano non potrà più avere alcun rapporto con giovanissimi».

Sono invece stati rinviati a giudizio (prima udienza il 27 settembre) Darix Argenteri, milanese classe 1967, residente a Castiglione delle Stiviere, e Sandro Perini, mantovano di Acquanegra sul Chiese, classe 1974, accusati anche loro di avere partecipato agli incontri di sesso con le giovani allieve della palestra di Lonato del Garda dove Cipriano insegnava karate. Nella vicenda sono coinvolte altre due persone, un venezuelano di 32 anni irreperibile e un altro mantovano che sarà giudicato dal Tribunale di Mantova.

«Sono riuscita a guardarlo in faccia e ad ascoltare la sua voce - racconta fuori dall’aula Giada, la ragazza oggi 22enne, che dai 12 ai 17 anni era finita al centro delle attenzioni morbose di Cipriano -. Ho deciso di denunciarlo quando mi sono accorta che altre giovani erano finite nella sua trappola e tante altre avrebbero potuto caderci». In aula Cipriano, difeso da Andrea Zanotti che per lui ha chiesto l’assoluzione, ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee. «Ammetto di avere avuto rapporti con le ragazze - ha detto al gup Anna Di Martino -. Tutto però è accaduto all’interno di relazioni sentimentali». Il giudice lo ha subito interrotto ricordandogli la minore età di quelle che per lui erano semplici «fidanzatine».