I gemelli che aggredirono la sorella "Così abbiamo agito quella notte"

Il racconto in aula: i colpi d’ascia e coltello, ma anche il percorso di riabilitazione in carcere

Migration

di Beatrice Raspa

Hanno parlato in tutto un’ora e mezza, confermando brevemente quanto avevano ammesso da subito, facendo rabbrividire inquirenti e investigatori. La notte tra il 19 e 20 febbraio 2022, in preda al desiderio di vivere senza assilli, aggredirono nel sonno con un’ascia e un coltello la sorella 22enne, lasciandola viva per miracolo, ed erano pronti a rifarlo con la madre e il padre.

Ieri, con la loro deposizione, è entrato nel vivo il processo in abbreviato che i gemelli diciottenni di Polaveno stanno affrontando al tribunale dei Minori.

All’epoca gli imputati - che rispondono di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi, dalla minorata difesa e dal vincolo di parentela con la vittima - avevano 17 anni. Come già in occasione della prima udienza, questa famiglia squarciata si è ricomposta per qualche minuto in un’aula di giustizia, quando la sorella e i genitori si sono avvicinati ai figli reietti per salutarli.

"Entrambi hanno parlato soprattutto del percorso di riabilitazione iniziato in carcere, che procede con successo – ha spiegato l’avvocato Stefano Paloschi, che assiste i giovanissimi con il collega Andrea Paternoster –. Dietro le sbarre hanno scoperto nuovi interessi e attività, dall’arte al teatro al pianoforte alla coltivazione dell’orto, e hanno preso coscienza dei fatti".

Studenti in istituti professionali della Valtrompia - uno aveva lasciato da poco gli studi - i gemelli quella notte di febbraio si erano avventati sulla sorella dormiente colpendola al volto, al collo, al torace, all’addome, alle braccia e alle mani. Spiazzati dalla propria incapacità di andare fino in fondo, avevano desistito ed erano scappati. Prima avevano frugato nella tasche del padre, che dormiva con la madre due stanze più in là, sottraendo qualche centinaia di euro, quindi avevano suonato il campanello di casa per svegliare tutti.

All’alba del giorno seguente erano stati fermati dai carabinieri mentre vagavano a Ponte Zanano. Da allora sono in carcere, uno a Firenze, l’altro al Beccaria di Milano. Stando ai periti Sara Micheli e Gaia Trombini, incaricati di una perizia psichiatrica, i gemelli mostrano i segni di una forte immaturità e di una personalità disturbata, ma sono capaci di intendere e di volere, e sono pericolosi socialmente.

Al contrario, per l’esperta Laura Iozzino della difesa, le criticità riscontrate influiscono, rendendoli semi-infermi di mente.