Gipeto reintrodotto allo Stelvio Missione compiuta al Parco

Sono trentanove i rapaci censiti tra versante lombardo e trentino nell’area verde protetta . Numeri di successo se si pensa che, nei primi del ‘900, il volatile sembrava una specie estinta

di Federica Pacella

Trentanove gipeti tra versante lombardo e trentino: l’elegante gigante del cielo ha trovato la sua casa nel Parco nazionale dello Stelvio. Lo confermano le rilevazioni del 35esimo Censimento contemporaneo di aquila reale Aquila chrysaetos e gipeto Gypaetus barbatus nel Parco Nazionale dello Stelvio e suo intorn, a cui hanno lavorato, il 19 marzo scorso, 193 rilevatori, nei settori lombardo (nelle province di Sondrio e Brescia), trentino e altoatesino e nel loro intorno, compresa una porzione ristretta di territorio elvetico (pari a 10 km2 ) al confine coi Comuni di Livigno e Valdidentro. Nel complesso sono stati censiti 39 individui, di cui 29 sul versante lombardo (2 nel Bresciano, 27 in provincia di Sondrio), con una densità di 2,9 individui ogni 100 km2 (0,7 nel bresciano, 3,7 a Sondrio).

Numeri di successo se si pensa che, nei primi del ‘900, la storia del gipeto sembrava praticamente destinata a finire tra quelle delle specie estinte. L’idea che questo rapace (il suo nome è la fusione di due parole greche, gyps, ovvero avvoltoio, e aetos, cioè aquila) fosse un pericolo per il bestiame e, addirittura per i bambini, lo aveva reso vittima di una vera e propria persecuzione, che ne stava determinando la scomparsa. Il rapporto finale sui risultati del censimento (curato da Enrico Basi, Alessandro Mercogliano, Franco Rizzolli, Roverselli Andrea e Guido De Monte) certifica che la re-introduzione avviata 25 anni sta dando i suoi frutti. "Il numero totale di gipeti osservati (n= 39, inclusi gli adulti delle due coppie italo-svizzere) rappresenta uno dei valori più elevati che avvalora ulteriormente il ruolo strategico e cruciale per la salvaguardia della specie a livello alpino. Il Parco Nazionale dello Stelvio, insieme all’Engadina svizzera e all’Alta Savoia francese, rappresenta di gran lunga uno dei nuclei più importanti della popolazione di gipeto reintrodotta sulle Alpi". Ora l’opera di conservazione prosegue: salvato dall’estinzione, il gipeto, insieme agli altri rapaci, è a rischio saturnismo, o intossicazione da piombo. Il problema è collegato alle modalità con cui si svolge la caccia di selezione agli ungulati, in particolare per l’uso di proiettili costituiti da piombo ed eviscerazione in loco del capo abbattuto). I visceri abbandonati sul luogo di caccia, se contenenti schegge di proiettile, possono essere ingeriti dai gipeti provocando loro gravi intossicazioni. Per evitare questo pericolo, nei settori altoatesino e lombardo del Parco Nazionale dello Stelvio è in atto un programma di contenimento della locale popolazione di cervo con l’uso di proiettili atossici.