Emergenza cibo per gli animali Scorte per un mese, è allarme

Lo stop alle esportazioni dalla Russia e i costi elevati creano problemi anche sul fronte fertilizzanti

Non solo carenza di mangimi, ma anche di fertilizzanti: l’agricoltura continua ad essere in fibrillazione per le conseguenze della guerra in Ucraina. Da una parte, gli agricoltori avrebbero bisogno di mettere a coltura più mais e cereali da usare come mangime per gli animali, a fronte del drastico crollo delle esportazioni dall’Est Europa (Ucraina, Russia, ma anche Ungheria): secondo le stime dei fornitori di mangimi, ci sono scorte per un mese, massimo un mese e mezzo. Dall’altra parte, la chiusura delle esportazioni di fertilizzanti proprio dalla Federazione Russa e l’aumento dei prezzi dei principali fertilizzanti azotati che sono prodotti all’estero (a causa di aumento dei costi di produzione e trasporti, ma anche speculazioni) mette a rischio la sostenibilità economica delle aziende agricole. "Ora stiamo cercando di distribuire gli effluvi zootecnici – spiega Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia e allevatore – ma ci sono i limiti imposti dalla direttiva nitrati". In Lombardia sono oltre 900 i Comuni inseriti totalmente o parzialmente nelle zone vulnerabili da nitrati, dove è introdotto il divieto di spargimento dei reflui degli allevamenti oltre un limite massimo annuo di 170 kg di azoto per ettaro (anziché 340), limite inserito negli anni 2000 per salvaguardare le falde dalla contaminazione con nitrati. "Stiamo chiedendo che si possa lavorare in deroga – spiega Garbelli – almeno in questa fase emergenziale. Sono aperte interlocuzioni su più tavoli, ad ogni livello".

Per altri tipi di concimi, i prezzi stanno diventando proibitivi. Il nitrato ammonico è passato dai 23 euro al quintale dello scorso anno agli 80 euro di oggi; l’urea per mais e frumento era sui 30 euro a quintale a maggio dello scorso anno, mentre ora è a 100 euro. "Sempre che si trovi", sottolinea Garbelli. L’auspicio è per la seconda tranche di concimazione, che sarà tra aprile e maggio, qualcosa si sblocchi. "Altrimenti andremo a compromettere la produzione di mais", evidenzia Garbelli. Eppure, proprio l’incremento di coltivazione di mais, in deroga alle regole europee sulla Pac su cui sti sta lavorando a livello politico, sarebbe l’ultima speranza per gli allevatori, che rischiano di restare senza scorta di mangime. Un vero e proprio cortocircuito quello che sta vivendo l’agricoltura. "Per noi è positiva l’apertura del ministro Stefano Patuanelli alla possibilità di importare ogm. Sono organismi geneticamente migliorati, ma bisogna sveltire le procedure di approvazione prima che sia troppo tardi".

Federica Pacella