Brescia, il Comune fa causa alla Cassa depositi e prestiti: "Tassi da usura"

Palazzo Loggia contro le clausole ritenute capestro

Emilio Del Bono con Giuseppe Conte

Emilio Del Bono con Giuseppe Conte

Brescia, 7 luglio 2019 - "Prestito  usurario": la Loggia porta in Tribunale Cassa depositi e prestiti. È destinata a far discutere la causa intentata dal Comune di Brescia e Brescia Infrastrutture, contro l’ente controllato a maggioranza dal ministero dell’Economia e delle finanze. "Il Comune di Brescia – spiega l’assessore alla mobilità e agli affari legali, Federico Manzoni – dopo aver negli anni scorsi invano tentato a più riprese ogni utile confronto con Cassa depositi e prestiti, ha deciso di contestare in via giudiziaria il contratto di mutuo e le sue clausole capestro e chiederà ai parlamentari bresciani una pressione bipartisan sul Governo, affinché sia consentita la rinegoziazione dei mutui contratti con Cdp non solo dagli enti locali ma anche, come in questo caso, dalle società interamente partecipate dagli enti locali". 

Il 10 luglio ci sarà la discussione al Tribunale di Roma della vicenda iniziata nel 2012, quando la Cdp ha concesso il prestito per la metropolitana da 123 milioni di euro, con scadenza al 31 dicembre 2037, al tasso del 5,69%, poi rinegoziato al 5,27% con scadenza al 31 dicembre 2045: quasi il doppio rispetto a quanto è oggi disponibile sul mercato, visto che la stessa Cdp offre ai Comuni mutui di analoga durata a tassi inferiori al 3%. Ma è il costo dell’estinzione anticipata che fa scattare il tasso "usurario" (attualmente del 7,68%, all’epoca del 9,85%). Nel caso in cui - come del resto suggerisce il mercato - per beneficiare dei minori tassi, si decidesse di estinguere il prestito in anticipo, "la clausola che regola l’estinzione anticipata – spiega il professor Daniele Maffeis, che assiste il Comune e la sua controllata – fa sì che Brescia Infrastrutture dovrebbe pagare i flussi di un derivato implicito nel contratto di prestito, calcolati in dipendenza dell’andamento di un parametro finanziario rappresentato dal tasso deposito swap". 

In pratica, Cassa Depositi e Prestiti, con il derivato, si assicura di ricevere da Brescia Infrastrutture il corrispettivo che avrebbe maturato se il prestito fosse andato a scadenza, nonostante l’estinzione anticipata le consenta di impiegare subito il capitale facendolo fruttare. Questa clausola (frutto di regolamenti ormai superati dalla legislazione finanziaria e bancaria) fa letteralmente schizzare alle stelle il costo dell’estinzione anticipata che, se calcolata ai fini dell’usura civile, rende tutto il contratto nullo e lo trasforma da oneroso a gratuito.  Per questo, il Comune, anche quale fideiussore, e la sua controllata chiedono ora che il Tribunale accerti che il prestito sia da intendersi gratuito, e che non solo non siano più dovuti interessi, ma anche che i 34 milioni già corrisposti siano restituiti.