Bonifica Caffaro, svolta storica: "Ma sarà lunga"

Entro due mesi dovranno essere pronti. progetto esecutivo e accordo di programma

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di Federica Pacella

Un passaggio storico che apre ora un percorso ricco di incognite da gestire. Il Comune di Brescia e il commissario straordinario per le bonifiche del Sin Caffaro Roberto Moreni non nascondono l’entusiasmo, ma sono altresì pragmatici nel commentare l’approvazione del Pob da parte del Ministero dell’Ambiente. Un percorso lungo, che il sindaco Emilio Del Bono ricostruisce rivendicando scelte non condivise da tutti, come quella di chiedere un commissario per superare lo stallo in cui il Sito d’interesse nazionale era caduto. "Se siamo a questo punto non è un caso – ha sottolineato il sindaco Emilio Del Bono – ma avviene per la forte determinazione politica e la disponibilità di persone che si sono messe a disposizione a titolo gratuito".

I tempi, per il commissario Moreni, restano comunque "non da Paese normale", visto che sono passati 4 anni dal bando al progetto esecutivo. Quest’ultimo dovrà essere inviato entro due mesi e conterrà, oltre a quanto definito nel Pob, anche la parte sullo smantellamento di edifici e impianti (prima serve il passaggio al Provveditorato regionale per le opere pubbliche).

In concomitanza dovrebbe arrivare la firma per l’accordo di programma con Ministero e Regione: la bozza prevede che ci siano a disposizione 70 milioni, il doppio rispetto a quanto inizialmente previsto. Qualche risorsa potrebbe arrivare anche da LivaNova, condannata a risarcire lo Stato per l’inquinamento ambientale, ma il commissario appare molto cauto sulla possibilità di poter contare su quei soldi.

"L’obiettivo è di concludere la gara entro il dicembre 2021", sottolinea Moreni, consapevole che i veri problemi cominceranno quando inizieranno i lavori. Non sono ancora state trovate le sorgenti secondarie di cromo VI, mercurio, tetracloruro di carbonio. Inoltre, andrà valutata, di volta in volta, l’efficacia dell’inertizzazione delle sorgenti secondarie nel sottosuolo. Ora sono ipotizzate diverse tecnologie, ma fino a quando non ci sarà il riscontro che la sorgente è stata congelata, bisognerà continuare a lavorarci. Quanto ai fondi, i 70 milioni dovrebbero essere sufficienti a bonificare e mettere in sicurezza la maggior parte del sito. "Ne serviranno altri per la sistemazione finale, ma parliamo di un orizzonte temporale lungo". Una volta ultimato, nel Sin nascerà un parco per i due terzi, mentre il resto sarà ripartito tra residenziale e commerciale. Nel frattempo, il Comune prosegue anche i lavori sui parchi pubblici, cui è destinato circa un milione l’anno del bilancio.