Brescia, blitz contro banda di rapinatori: sequestrate molotov e armi da guerra

Il gruppo, proveniente dalla Puglia, stava per preparare un colpo da 80 milioni di euro nel caveau della Mondialpol. Le persone arrestate sono 31

Le perquisizioni contro il sodalizio criminale nell'ambito dell'indagine

Le perquisizioni contro il sodalizio criminale nell'ambito dell'indagine

Brescia - Arrestata una banda di rapinatori specializzati in assalti a furgoni blindati e caveau. Ieri pomeriggio, in provincia di Brescia, a seguito di indagini, che durano da oltre 5 mesi dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia, polizia di Stato e carabinieri hanno arrestato un gruppo di 31 rapinatori, provenienti da Cerignola (Foggia), che stava per compiere un'imponente rapina a mano armata in un caveau di un istituto di vigilanza privata di Calcinato.

"Sarebbe stata una rapina efferata se portata a termine, abbiano evitato un'azione criminale molto cruenta", ha detto il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete illustrando i dettagli della maxi-operazione. Il piano sarebeb dovuto scattare proprio ieri sera, "un colpo da 80 milioni di euro in contanti", ha spiegato il procuratore. Tra le armi sequestrate quattro fucili d'assalto, pistole, una mitraglietta e chiodi per bucare pneumatici, oltre a 21 bombe molotov che carabinieri e Polizia di Stato hanno trovato in un capannone a Cazzago San Martino, sempre nel Bresciano, ritenuto il covo del gruppo. Tra i fermati ci sono anche due dipendenti infedeli dello stesso deposito Mondialpol che avrebbero avuto il ruolo di basisti. 

I reati contestati sono l'associazione a delinquere finalizzata a commettere il reato di rapina, il tentativo di rapina pluriaggravata, la detenzione di armi da guerra, la ricettazione dei mezzi rubati, con l'aggravante del metodo mafioso. Le complesse indagini, che si sono protratte per oltre cinque mesi, sono state dirette dalla Direzione distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Brescia con il coordinamento operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato. Nella fase conclusiva l'operazione ha visto il dispiegamento di un imponente dispositivo composto da personale della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri. L'operazione è stata realizzata anche grazie al coordinamento investigativo effettuato dalla Procura nazionale antimafia. Il sodalizio criminale, infatti, sarebbe stato in collegamento con clan malavitosi foggiani e con la 'ndrangheta