Brescia, abusi su un minore. Il pm: "Dieci anni al prete"

La richiesta nei confronti dell'ex parroco di Corna di Darfo

Alla famiglia dell’adolescente la Curia di Brescia (per responsabilità civile) ha versato una cospicua somma

Alla famiglia dell’adolescente la Curia di Brescia (per responsabilità civile) ha versato una cospicua somma

Brescia, 25 aprile 2018 - Dieci anni di carcere. Questa la richiesta di condanna avanzata al termine della sua requisitoria dal pm Ambrogio Cassiani nei confronti di don Angelo Blanchetti, l’ex parroco di Corna di Darfo in Valcamonica arrestato alla fine della primavera del 2016 con l’accusa di avere abusato sessualmente di un ragazzino che si sarebbe rivolto a lui per prepararsi al battesimo. Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura don Blanchetti avrebbe allungato le sue mani sul ragazzino, oggi sedicenne, tra il gennaio del 2015 e il maggio del 2016. La vicenda era emersa a giugno di due anni fa quando il ragazzino, allora quattordicenne, si era confidato prima a un religioso e quindi alla famiglia raccontando quello che avveniva quando incontrava don Blanchetti.

«Gli abusi avvenivano nella cucina dell’appartamento in cui viveva il parroco – aveva raccontato il ragazzino confermando tutto anche nel corso dell’incidente probatorio compresa la coperta su cui si sarebbero consumati due volte alla settimana i rapporti - Il don mi diceva che se avessi raccontato quello che accadeva tra di noi sarei finito all’inferno». Nel corso della perquisizione i carabinieri avevano trovato in una cassaforte diversi preservati e oli oli lubrificanti che il giovanissimo aveva riconosciuto essere quelli che il parroco usava con lui.

Don Blanchetti era finito ai domiciliari e poi sottoposto all’obbligo di dimora prima di tornare nuovamente ai domiciliari (dove ancora si trova) per una violazione alla misura che gli vietava l’allontanamento dal luogo di residenza. Ha invece chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste il difensore del parroco, l’avvocato Paolo Botticini che di più non vuole dire. «Il processo è ancora aperto – sottolinea – Parleremo quando tutto si sarà concluso».

In attesa della sentenza, il processo che si sta celebrando con il rito abbreviato è stato aggiornato al 26 giugno per le repliche e la camera di consiglio, la Curia di Brescia in qualità di responsabile civile avrebbe versato alla famiglia del giovane una cospicua somma di denaro (più alcuni altri benefici) parte della quale servirà a coprire i costi di istruzione del ragazzino. Sulla cifra resta il massimo riserbo di tutte le parti coinvolte in questa vicenda.