Berardi non basta, Sassuolo cede alla Dea

Decisivi i gol di Gosens al 3’ e Zappacosta al 37’ che lanciano l’Atalanta, i neroverdi accorciano al 44’. Inutile il forcing finale

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Niente da fare. Vedi Bergamo e poi muori. Per il Sassuolo arriva, al Gewiss Stadium, la terza sconfitta consecutiva e per Dionisi e i neroverdi, domenica contro la Salernitana, vale già doppio. Un punto in 4 gare impone svolta, che un Sassuolo generoso ha cercato ieri contro l’Atalanta, salvo piegarsi alla Dea dopo gara gagliarda cui appendere rimpianti non vale nemmeno la pena. Non demerita, la squadra di Dionisi, ma perde, e a questo si sta. Il passo in avanti a livello di prestazione c’è, il risultato no. Con tutto quel che ne consegue, e le recriminazioni – Atalanta aggredibile, Sassuolo non disprezzabile – se le porta via il vento di un’altra sconfitta, che infila il Sassuolo in un tunnel da tre gare e zero punti, roba che non si vedeva dal gennaio 2020.

Alessio Dionisi, per ribaltare statistiche proibitive, ribalta anche l’undici – sei volti nuovi rispetto all’undici di venerdi – e ci prova. Sorprendendo non meno che Gasperini, perché anche nell’Atalanta ci sono diverse novità, con cinque new entry rispetto a Salerno: il campionato è dentro la sua prima strettoia, le squadre e i tecnici si adattano. Si adattano anche Atalanta e Sassuolo, fin qua un tantino sotto i loro standard – più il Sassuolo, a dire il vero – e alla ricerca di uno scatto possibile che ne ritinteggi l’inizio di stagione. Chiede a Defrel e Traore di togliere punti di riferimento ai corazzieri nerazzurri, Dionisi, e il suo espediente tattico è evidente da subito. ‘Prova a prendermi’, sembra dire il tecnico del Sassuolo al Gasp, che tuttavia impiega meno di 3’ a mettere la carena davanti a quella neroverde: Gosens passa al primo affondo, marcando da subito quel territorio che, quando ci cammina sopra il Sassuolo, è sempre dei nerazzurri. Ossessivi nel pressing, ‘cattivi’ quando serve, stretti e compatti, anche se si aprono al 12’, dando strada a Defrel che alza imperdonabilmente sopra la traversa. Suggerendo che ci si può anche giocare, contro l’Atalanta, e questo prova a fare il Sassuolo… Peccato Gasperini e i suoi non siano d’accordo. La Dea attacca a folate, sfonda sugli esterni, aggredisce sul centro, sfiora il raddoppio con Pessina, Malinovskyi e Zapata, e quando lo trova (37’ s.t.) il destro di Zappacosta ammanta di inevitabilità quel che si compie, da cinque stagioni a questa parte, su un campo che per il Sassuolo si conferma minato. Troppa Atalanta o poco Sassuolo? Difficile da dire, fatto sta che quando i neroverdi prendono palla – succede – l’Atalanta ripiega e rintuzza, e quando la palla la prende l’Atalanta, invece, se non è gol è quasi gol.

Berardi, sul finire del primo tempo, rivendica possibile sgambetto alla ‘Dea’ e la partita è meno dimessa di quella giocata fin lì dai neroverdi. Che in avvio di ripresa vanno ad un passo dal 2-2. Ma Defrel spreca ancora, con una zuccata rivedibile a cinque metri da Musso, e dà fiato alla Dea: il neo entrato Ilicic sfiora il 3-1. Consigli tiene aperto il match con una ‘paratona’ sull’asso sloveno come anche su Piccoli, il Sassuolo pesta in un mortaio di buone intenzioni che restano tali, e lasciano però intonso il vantaggio atalantino. Consegnandolo a giorni difficili, in attesa della gara casalinga contro la Salernitana. Che vale doppio. L’abbiamo già detto? Fa niente, repetita iuvant.

Stefano Fogliani