Mario Adinolfi contro Bergamo Sex: "Dittatura di Rocco Siffredi"

Il fondatore del Popolo della Famiglia entra a gamba tesa: "Un oltraggio cercato e voluto"

Rocco Siffredi e Mario Adinolfi

Rocco Siffredi e Mario Adinolfi

La campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 25 settembre entra nel vivo e quindi ecco che ogni tema diventa oggetto di dibattito. E così anche BergamoSex, evento dedicato al sesso che si si svolge dal 26 al 28 agosto ad Osio Sopra e che ospita volti noti come Rocco Siffredi e Malena, è diventato pietra dello scandalo. La scintilla è stata la collocazione temporale della fiera del sesso: il periodo della festa patronale di Sant'Alessandro, in programma in contemporanea. A scagliarsi contro Bergamo Sex è  Mario Adinolfi, fondatore del Popolo della Famiglia e ora leader, insieme a Simone Di Stefano, di Alternativa per l'Italia."Non si tratta di voler fare polemica a tutti i costi, ma di porre una questione con la dovuta chiarezza - sottolinea Adinolfi -. Si tratta del rapporto e del rispetto che si deve a una tradizione di radice plurisecolare e del rispetto che si deve a un popolo di credenti e a una città che dovrebbe caratterizzarsi per qualità altre rispetto a quelle della sostanziale prostituzione. Noi non accettiamo la "dittatura di Rocco Siffredi", verso il quale, peraltro, io non ho nessun problema personale. E' verso chi lucra sull'industria del porno online che abbiamo un problema, verso chi facendo milioni di euro devasta, alla base, la formazione morale e culturale e, alla fine, la maturità sessuale dei nostri ragazzi". Perché "la pornografia si può mascherare come si vuole, ma è oggettivamente una devianza della formazione della maturità sessuale di giovani e giovanissimi".

"Una delle croci del nostro tempo, di questi anni '20 così particolari, è che una forte crisi valoriale ha fatto si che l'educazione sessuale dei nostri figli, anche piccoli e piccolissimi, purtroppo passi attraverso la pornografia gratuita messa in rete. E tutto questo è incompatibile con un contesto di valori, di credenti, di radice religiosa - aggiunge -. Non mi si può dire che questa roba avvenga casualmente, perché avviene per creare la provocazione. E rispetto alla provocazione, la nostra risposta è ferma. C'è una modalità di guardare a queste cose che non è sempre e solo quella condiscendente o ammiccante, perché in questo Paese c'è la tendenza a dire 'attenzione, guai a dir male', altrimenti vieni tacciato di iper moralismo o di essere un retrogrado". Il tema è un altro: "Io voglio dimostrare che ci si può opporre al degrado valoriale, che si può dire che è inaccettabile affiancare una radice così forte e bella, secolare e profondamente religiosa come la festa di Sant'Alessandro, rispetto a un marchettificio a cielo aperto. E se lo si può fare, dimostriamo che c'è un'Italia diversa, che non ha paura di essere tacciata di bigottismo". Perché "chi ci accusa di essere totalitari o talebani dice cose totalmente risibili, mentre quello che sosteniamo noi, e cioè che la formazione dei nostri bambini e ragazzi è condizionata da quella forma di degrado, purtroppo è la realtà. Esistono studi in tutto il mondo che spiegano la pericolosità della pornografia gratuita online che genera centinaia di miliardi di dollari di fatturato. E, sull'impero del denaro, si devasta la formazione e la maturità sessuale dei nostri bambini e preadolescenti".

Rocco Siffredi, dal canto suo, risponde con l'ironia: ""Penso che i credenti che festeggeranno Sant'Alessandro, il patrono della città, dopo essere andati in chiesa alla sera verranno da noi al Bergamo Sex. Sono convinto che saranno tantissimi. Chi verrà non penserà di venire a peccare ma solo a passare una serata di leggerezza. Dopo la pandemia la gente ha voglia di tornare a vivere".   E prosegue definendosi "un credente, così come molti altri attori porno. Non credo tuttavia che chi si sposa faccia sesso solo per procreare come sostiene Adinolfi. Secondo il mio stile di vita, da persona che adora la propria famiglia, credo che tutto questo non abbia senso: la vita è anche fatta di piaceri.  "Anche io - sottolinea - credo nella famiglia e sono assolutamente contro le droghe. Quello che però Adinolfi dovrebbe capire è che, al posto di compiere una crociata contro il sesso, bisognerebbe sensibilizzare maggiormente i giovani, insegnargli cosa è giusto e cosa è sbagliato".  Siffredi racconta che, quando giovani e aspiranti attrici si rivolgono a lui per entrare nel mondo dei film hard, lui diventa "il loro prete. Sono io il primo a chiedergli se sono sicure di voler intraprendere quella scelta. Che avranno una vita complessa: soldi facili ma il dito della gente costantemente puntato. Tutti si masturberanno sulle scene che farete ma saranno i primi a crocifiggervi. Nonostante ciò, questa forte ipocrisia non deve assolutamente giustificare il pensiero secondo il quale non è possibile avere una famiglia se si lavora nel mondo del porno".