È un medico di base settantenne, vive nell’hinterland di Bergamo ma esercita in Val Brembana e non solo. Gli viene contestato di aver palpeggiato nelle parti intime le sue pazienti, ben sei durante le visite in ambulatorio, senza alcuna ragione diagnostica. Due lo hanno denunciato.
Ora il medico si trova ai domiciliari, misura cautelare decisa dal giudice delle indagini preliminari. In attesa dell’interrogatorio di garanzia. Il professionista nega, asserendo che si trattava solo di normali visite, ma intanto deve rispondere di violenza sessuale. Le vittime sono tutte ex pazienti, alcune che abitano proprio in Val Brembana, altre nelle zone limitrofe, in paesi confinanti.
L’attività di indagine condotta dai carabinieri della compagnia di Zogno e coordinata dalla procura di Bergamo è scattata mesi fa. I fatti contestati risalgono all’ultimo anno. Tutto è cominciato dalla denuncia di una donna, nel periodo compreso tra fine gennaio e inizi di febbraio.
La paziente accusa il professionista di averla toccata nelle parti intime senza alcuna ragione medico-diagnostica apparente. Partendo da qui i militari hanno quindi cominciato gli accertamenti contattando le pazienti del medico, almeno una cinquantina. Un lavoro certosino, sentire le pazienti una per una, ma che alla fine ha dato i risultati. Infatti gli investigatori dai colloqui hanno avuto conferme da altre cinque donne, tutte di età compresa fra i 20 e i 30 anni.
Tutte avrebbero ripetuto la stessa storia, che il medico durante la visita, senza motivo, avrebbe allungato le mani. Una di loro, dopo essere stata sentita dai carabinieri, ha deciso di sporgere denuncia aggiungendosi alla prima che aveva compiuto questo passo formale. Le altre quattro hanno invece confermato i palpeggiamenti, senza però sporgere denuncia.
Due denunce, e racconti che confermano, rappresentano per gli investigatori gli elementi per procedere nei confronti del medico settantenne che da ieri si trova ai domiciliari. Lui nega i palpeggiamenti, gli atti di libido nei confronti delle ex pazienti che lo inchioderebbero, conferma che erano visite. Durante l’interrogatorio di convalida, se lo vorrà, avrà l’occasione per ribadirlo, assistito dal suo avvocato.