Accusato di aver ucciso il padre, Francesco Colleoni davanti ai giudici

Bergamo, in aula le drammatiche immagini del delitto dell’ex segretario provinciale della Lega Nord

Francesco Colleoni, 34 anni

Francesco Colleoni, 34 anni

Bergamo, 15 ottobre 2021 - Francesco è presente in aula, seduto dietro i suoi difensori, avvocati Cortesi e Filipponi. Ad un certo punto viene chiamato come teste il luogotenente della Scientifica del Nucleo investigativo. Il pm Emanuele Marchisio (che ha ereditato il fascicolo dal collega Gaverini) chiede di poter osservare le immagini dei rilievi. Ecco, si vede un corpo disteso a terra. Indossa maglione, jeans, cintura slacciata (da parte dei soccorritori del 118), e scarponcini: è una fredda mattina quella del 2 gennaio del 2021. Il capo mostra ferite e sangue, tanto sangue per via dei colpi ricevuti. Quel corpo privo di vita appartiene a Franco Colleoni, 68 anni, ristoratore ed ex segretario provinciale della Lega Nord (è stato anche assessore provinciale tra il 1995 e il 1999). Scorrono le immagini una dietro l’altra, sono forti. Lui le guarda, immobile sulla sedia, i nervi non lo tradiscono: quello a terra è suo padre.

A processo in Corte d’Assise per omicidio aggravato dal rapporto di familiare Francesco Colleoni, 34 anni, uno dei figli della vittima. All’origine, secondo l’accusa, una banale discussione. Franco Colleoni aveva ripreso il figlio per via dei lampioncini rotti da sistemare che si trovano lungo il corsello all’interno del ristorante-abitazione "Il Carroccio", a Brembo di Dalmine, teatro dell’omicidio. Discussione degenerata, Franco Colleoni ha perso il controllo, è caduto a terra dove è stato trovato dagli inquirenti con la testa fracassata, sbattuta, secondo la ricostruzione degli investigatori, su alcune pietre acuminate con bordo irregolare che delimitano il prato dal vialetto all’interno del ristorante. Il figlio Francesco in sede di interrogatorio davanti al gip aveva accennato ai rapporti complicati e tutt’altro che buoni con il padre. Con un diploma all’Istituto alberghiero, Francesco aveva preferito non rimanere a casa e per lavoro aveva girato mezzo mondo. Era tornato due volte, su richiesta del fratello Federico e, la seconda, della mamma. Per la procura, dopo l’omicidio, l’imputato avrebbe inscenato una rapina. Cassetti svuotati, la cassaforte aperta senza aver portato via nulla. La camera da letto della vittima a soqquadro. Una messinscena.