Coronavirus a Bergamo, ambulanze in coda e turni massacranti: Papa Giovanni allo stremo

Intanto sindaci e presidente della Provincia si appellano a Governo e Regione: "Misure più restrittive. È l’unica soluzione"

Manovre nella Fiera di Bergamo, dove sarà realizzato l’ospedale da campo

Manovre nella Fiera di Bergamo, dove sarà realizzato l’ospedale da campo

Bergano, 22 marzo 2020 -  Un appello al premier Giuseppe Conte e al governatore Attilio Fontana perché servono "misure più rigide per fermare il contagio". Lo hanno sottoscritto i 243 sindaci della Bergamasca, tra i quali il primo cittadino di Bergamo, Giorgio Gori, e il presidente della Provincia, Gianfranco Gafforelli. "È necessario un intervento ancora più coercitivo. Unica possibile soluzione per una tragedia che sembra oggi non avere fine. È arrivato il momento di fermarci, ma per davvero".

Intanto si fa sempre più critica la situazione dell’ospedale Papa Giovanni XXIII: ambulanze in coda, personale costretto a turni massacranti e ad alto rischio di contagio. In particolare la situazione più drammatica è quella che si registra al pronto soccorso, dove ogni giorno arrivano tra i 90 e i 150 pazienti. L’85% ha sintomi da Covid-19 e il malato è assistito anche sull’ambulanza, visto che il trattamento principale consiste nella somministrazione di ossigeno. A parte i casi in cui si deve intubare, il paziente mediamente prima di essere ricoverato attende dalle 24 alle 48 ore. Nell’area osservazioni sono disponibili 22 posti letto, ma ci sono picchi di 100 persone presenti. La difficoltà maggiore è trovare una sistemazione ai pazienti in attesa di ricovero, la maggior parte dei quali staziona sulle barelle nei corridoi.

Il problema non sono tanto i numeri, quanto la gravità dei casi. Anche prima dell’emergenza, in inverno, il pronto soccorso aveva picchi di 100 pazienti, ma c’era gente che arrivava anche a piedi. Casi solitamente non gravi. In reparto ci sono 25 medici e un centinaio di infermieri, di cui il 10% assente per malattia. In aiuto sono arrivati i medici militari, ma occorrerebbero altri sei medici per istituire un altro turno di notte, che è stato accorciato da 12 a 10 ore perché si fa fatica a portare il camice impermeabile. Intanto l’Ente bilaterale del Terziario di Bergamo, composto da Ascom Confcommercio e dalle organizzazioni sindacali bergamasche Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, ha donato all’ospedale quattro apparecchi per la ventilazione assistita di ultima generazione.

Partiranno invece nelle prossime ore i lavori per allestire l’ospedale da campo dell’Ana alla Fiera di Bergamo. Ieri mattina c’è stata una riunione tecnica per definire i dettagli. Verranno realizzate cinque tende gonfiabili e 12 tensostrutture per 226 posti letto: una decina saranno di terapia intensiva, 20 di sub-intensiva, gli altri per degenti in via di dimissione ma comunque dotati di macchinari per l’erogazione dell’ossigeno. L’allestimento richiederà al massimo tre giorni, ma perché la struttura diventi operativa ci vorranno tra i 7 e i 10 giorni. Infine ieri i volontari della Protezione civile, “armati” di megafono, hanno iniziato a girare in auto per Bergamo invitando la gente a uscire di casa solo per andare a fare la spesa o per recarsi in farmacia.