Consumi, cresce soltanto la spesa Scontrini lontani dai dati pre-Covid

L’inflazione spinge la risalita degli incassi dell’11,5%. Ma ad aprile la Lombardia perde posizioni: è nona

di Luca Balzarotti

Cresce il valore dei consumi ma non il numero di scontrini. Ad aprile, secondo l’Osservatorio permanente Confimprese-Jakala, la Lombardia ha speso l’11,48% in più dello stesso mese di un anno fa. "Un ritorno alla normalità – spiega Confimprese, l’associazione di aziende che operano nel commercio con reti dirette e franchising (90mila punti vendite, 450 marchi e 800mila addetti) – sia pure sotto la spinta dell’inflazione che morde i consumi e che al momento non sembra allentare la presa". Il risultato regionale è in linea con il trend nazionale (+11,5%), ma fa segnare un rallentamento significativo rispetto all’andamento dei primi quattro mesi. Considerando il periodo gennaio-aprile, infatti, il valore dei consumi - ovvero la capacità di spesa - segna un incremento del 21%, uno dei risultati migliori che collocano la Lombardia al quinto posto tra le regioni. Il dato di aprile, invece, fa scivolare la prima regione per produzione di prodotto interno lordo (Pil) in nona posizione.

"Il progressivo annuo a fine aprile – afferma Alessandro Olivari, senior partner Jakala – si chiude con un recupero significativo del mercato, che riduce il divario rispetto ai valori pre-pandemici: -1,4% di fatturato rispetto al periodo gennaio-aprile 2019. Tuttavia l’inflazione ha generato l’aumento dei prezzi a cui consegue l’aumento dello scontrino medio del 6% rispetto al 2019. Le transazioni risultano inferiori del 7% rispetto al 2019. I consumatori stanno spendendo di più ma effettuano meno transazioni".

A salvare il risultato di aprile della Lombardia sono state le province di Mantova (+18,76% rispetto allo stesso mese del 2022), Como (+16,46%), Bergamo (+15,51%) e Milano (+15,38%), con Pavia a chiudere la graduatoria delle prime cinque province con il valore di consumi più alti. Crollano invece Cremona (+1,78%), Brescia (+7,94%) e Lodi (+9,91%). Il settore con l’incremento più alto è stato la ristorazione: +12,3%. Ma è anche quello che ha subìto un impatto maggiore dell’inflazione sui costi e sui prezzi di vendita. A seguire abbigliamento e accessori (+9,9%), che si confronta, tuttavia, con un aprile 2022 debole in termini di spese (-13,9% rispetto al pre-Covid).

Allargando il confronto ai primi quattro mesi dell’anno, il comparto abbigliamento-accessori guida la graduatoria con il 21,1% in più di spese per valore davanti alla ristorazione (+17,9%).