Crespi d’Adda, rinasce lo storico villaggio operaio: come sarà il sito patrimonio Unesco

In arrivo musei, hotel, negozi, uffici e altro: dopo anni di confronto, definito l’accordo per il rilancio da 135 milioni di euro

Crespi d'Adda

Crespi d'Adda

Capriate (Bergamo) - Si avvicina il rilancio dello storico villaggio operaio di Crespi d’Adda, dal 1995 sito Unesco, un capitolo iniziato nel 1877 quando Cristoforo Benigno Crespi, erede di una famiglia di imprenditori tessili del Bustocco, acquistò 85 “pertiche“ nel Comune di Capriate San Gervasio ed ottenne la concessione per la deviazione del corso del fiume Adda. Il sogno era quello di realizzare un villaggio operaio sul modello di quelli britannici, capace di tenere insieme case, lavoro e servizi.

Dopo anni di confronti, è stata finalmente raggiunta l’intesa per il rilancio: entro l’autunno, l’Accordo di programma sarà nero su bianco. I cantieri, invece, dovrebbero prendere forma nel 2023. Un lavoro a più mani, un tavolo che ha visto protagonisti il gruppo Odissea, la holding del Gruppo Percassi (quella guidata dall’imprenditore bergamasco Antonio Percassi, patron dell’Atalanta), che nel 2013 ha acquistato l’ex opificio tessile (chiuso dal 2003) con l’intenzione di rilanciarlo in grande stile con funzioni pubblico-private ed espositive, la Regione, il Comune di Capriate, territorio dove sorge il villaggio di Crespi d’Adda, la Provincia di Bergamo e i progettisti dello Studio De8.

Finalmente, dunque, il progetto di Antonio Percassi, che si è rivelato più complesso del previsto, con ostacoli in serie, sembra prendere forma. Un accordo frutto di equlibri delicati sia sul fronte delle destinazioni che della viabilità e delle contropartite urbanistiche. L’accordo prevede, tra gli altri interventi, il rifacimento della rotonda del casello di Capriate e il potenziamento di quella di Leolandia e dell’ex hotel Cabina. Ma soprattutto è stata raggiunta l’intesa sui parcheggi di assestamento nell’area Leolandia, tema sul quale le trattative si erano più volte arenate.

Gli investimenti pubblici sull’intervento sfiorano i 15 milioni di euro, quelli in carico al Gruppo Percassi superano i 120. L’ex opificio ospiterà più funzioni: espositive, compreso un museo a gestione comunale, terziarie e di servizio, commerciali e ricettive. Per la firma dell’accordo bisognerà attendere ancora qualche mese, sicuramente dopo l’estate. Intanto lunedì è in programma una seduta del Collegio di vigilanza dell’accordo di programma che dovrebbe mettere la parola fine al testo dell’intesa con l’approvazione formale.

Raggiante il sindaco di Capriate San Gervasio Vittorino Verdi. "Siamo soddisfatti che l’iter per il rilancio del villaggio operaio di Crepi d’Adda avanzi. È un onore per noi che Percassi abbia scelto di investire nel sito. Sito che merita un nuovo sviluppo".

Il villaggio di Crespi d’Adda, che è una frazione di Capriate San Gervasio, rappresenta uno dei volti dell’Italia otto e novecentesca, delineato per la prima volta nel 1878 da Cristoforo Benigni Crespi, che decise di portare in Italia il combinato disposto fabbrica-comunità: l’impresa, cuore delle attività cotoniere della famiglia Crespi e, intorno, le case degli operai, le ville degli impiegati e dei dirigenti, l’ospedale, il teatr o, il cimitero e la chiesa. Una visione a suo modo morale dell’industrializzazione. Insomma realizzò quello che è poi diventato il più importante sito di archeologia industriale del nostro Paese.

Alla sua realizzazione in stile neogotico con qualche tocco di liberty qua e là si alternarono tre architetti e un ingegnere, tutti seguendo il medesimo filo concettuale: anche per questo Crespi rappresenta un unicum. Poi la prima crisi negli anni Trenta, la cessione alla Banca Commerciale Italiana prima, alla Sti di Bruno Canto poi e infine alla ditta bergamasca Legler. Fino alla chiusura e l’oblio. Ora, però, Crespi è pronta a ripartire, forte della sua storia e bellezza.