Meridiana, il ministro Poletti al tavolo media fra le parti

Il ministero del Lavoro e quello dei Trasporti proseguono nella disponibilità a sostenere le parti nella difficile vertenza Meridiana. A Malpensa 500 dipendenti col fiato sospeso

il ministro Poletti (Ansa)

il ministro Poletti (Ansa)

Varese, 27 ottobre 2014 - Riduzione degli esuberi e attivazione della mobilità volontaria incentivata sull'esempio dei parametri analoghi a quelli utilizzati per Alitalia: da questa base dovrebbe proseguire il confronto nella vertenza Meridiana. Lo ha chiesto in mattinata il Ministero del Lavoro ed il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti alle parti coinvolte. Ulteriori temi di confronto sarebbero  la disponibilità a discutere di esternalizzazioni e degli elementi di costo contrattuali per l'azienda, oltre alla qualità complessiva dell'assetto dell'azienda e la sua efficienza. Dai due dicasteri e dai rappresentanti delle regioni è stata ribadita la disponibilità ad affiancare le parti nel confronto.

Presente all'incontro il ministro Giuliano Poletti, il Sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, i rappresentanti delle Regioni interessate, delle organizzazioni sindacali e dell'azienda. La riunione era prevista come prosecuzione dell'incontro di venerdì scorso. La decisione, comunicata venerdì sera dall'azienda, di revocare la sospensione della procedura di mobilità, ha di fatto concluso la fase che era stata aperta dall'intervento dai due Ministeri per ottenere una migliore condizione di comprensione e di confronto, nonché di conoscenza del piano industriale. Si tratta di una vertenza molto difficile, che si è innestata su una lunga fase di crisi dell'azienda, con più di 1.500 lavoratori in cassa integrazione da alcuni anni, di cui 500 di stanza a Malpensa.

La settimana scorsa una proposta di mediazione avanzata dai rappresentanti del Governo (incentivi alla mobilità volontaria, pensionamenti da parte di azienda e Regioni, riassorbimento di parte del personale in Air Italy e riduzione degli esuberi a 278 unità) era stata accolta dai sindacati, ma ad alcune condizioni - cessazione delle esternalizzazioni, fusione tra le due compagnie e garanzia di ammortizzatori sociali conservativi (copertura degli stipendi fino all’80% per altri cinque anni in aggiunta ai quattro anni di Cigs già consumati) -, fatto che ha indotto i vertici dell’azienda a considerare concluso il periodo di sospensione della mobilità: una doccia fredda per i 1.634 dipendenti a rischio, e anche per i ministeri di Infrastrutture e Trasporti e del Lavoro.

Lo stesso dicastero di via Vittorio Veneto la settimana scorsa aveva definito "incomprensibile" l’atteggiamento della proprietà. «La scelta dell’azienda di comunicare fuori dal tavolo di confronto la decisione di considerare conclusa la fase di tregua è un errore grave che rischia di compromettere i significativi passi in avanti compiuti nel corso dell’incontro».