Gallarate, il ricordo del cardinale Martini nella sua "piccola Gerusalemme"

A quattro anni dalla scomparsa all'Aloisianum, la città omaggia il grande biblista a lungo arcivescovo di Milano

Il cardinale Carlo Maria Martini

Il cardinale Carlo Maria Martini

Gallarate (Varese), 21 agosto 2016 - E' stato ricordato oggi in tutte le chiese gallaratesi il cardinale Carlo Maria Martini a quattro anni dalla sua morte, avvenuta a Gallarate il 31 agosto 2012.

Grande biblista e arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002, dal 2008, al suo ritorno in Italia da Gerusalemme per motivi di salute, scelse l’Aloisianum, l’istituto dei Gesuiti a Gallarate, come sua ultima casa. Un luogo dove trovò silenzio e pace mentre proseguiva i suoi studi biblici, che lo hanno accompagnato fino alla morte. "A Gallarate il suo ricordo rimane sempre vivissimo" - ha detto il prevosto, monsignor Ivano Valagussa.

Ed è nel cuore dei gallaratesi, molti dei quali il giorno della sua morte subito andarono all’istituto dei Gesuiti in commosso pellegrinaggio per rendergli omaggio. Credenti e non si trovarono quel giorno vicini, condividendo il desiderio di esprimere gratitudine a un uomo della Chiesa di grande fede e di grande cultura che aveva saputo parlare all’intelligenza e al cuore delle persone. E oggi Gallarate ha deciso di ricordarlo con gratitudine: la città  è stata infatti un po’ la sua piccola Gerusalemme, nella quale ha trovato la tranquillità per continuare a studiare e per trascorrere gli ultimi anni segnati dalla malattia.

ALL’Aloisianum il cardinale Martini aveva trascorso negli anni giovanili un periodo di studio e proprio lì, nell’istituto gallaratese, aveva fatto le sue ultime apparizioni pubbliche. Poco dopo la sua morte sui social network furono in tantissimi a chiedere l’intitolazione di un via a Gallarate. Un passo in quella direzione era stato compiuto mesi fa dalla passata amministrazione, quando la Giunta guidata da Edoardo Guenzani aveva approvato l’intitolazione della nuova piazza di fronte alla chiesa nel rione di Cedrate al cardinale.

Ma poi tutto è rimasto nel cassetto. La speranza dei gallaratesi è che al più presto si arrivi all’intitolazione.