Il governatore blinda il punto nascite di Angera: "Sicurezza assicurata, rimarrà qui"

Angera, l’intervento di Maroni al battesimo del parking in ospedale

L’inaugurazione del parcheggio dell'ospedale

L’inaugurazione del parcheggio dell'ospedale

Angera (Varese), 9 dicembre 2017 - Il parcheggio c’è, il punto nascite - forse - ci sarà. È stata inaugurata ieri mattina la nuova grande area sosta all’ospedale Ondoli teatro, nei mesi scorsi, della protesta delle mamme, preoccupate riguardo le voci di chiusura delle sale parto. Ieri, a margine della “cerimonia”, il governatore Roberto Maroni è tornato sulla vicenda, su cui si attende ancora il verdetto finale. «Nei prossimi mesi, forse già a gennaio - ha detto il presidente della Regione - avremo la risposta definitiva sul punto nascite. Ma l’impegno che abbiamo preso lo manteniamo e vi dico che qui rimarrà e garantiremo la sicurezza, facendo gli investimenti necessari, perché è giusto che sia così».

La vicenda della ventilata chiusura del punto nascite della struttura sul Lago Maggiore, ha ricordato il governatore, nasce da una regola nazionale che impone l’eliminazione di questi reparti se effettuano un numero di parti inferiore a 500 ogni anno. «Non è una norma che dettiamo noi - ha chiarito Maroni - ma lo Stato. Quasi tutte le Regioni si sono adeguate. Noi in Lombardia non li abbiamo chiusi. Non perché consideriamo la regola sbagliata, ma perché siamo andati a Roma a trattare e abbiamo convinto il Governo che siamo in grado di garantire la sicurezza anche con meno di 500 parti all’anno».

Questo, ha proseguito l’esponente leghista «vuol dire investire più risorse di quelle necessarie, ma abbiamo seguito questa strada perché pensiamo che i presidi territoriali debbano essere mantenuti. Costa di più rispetto a chiuderli e concentrarli, ma i servizi per i cittadini per noi vengono prima dei risparmi di spesa. Dobbiamo spendere meglio e non spendere meno. E anche questo è oggetto di trattativa con Palazzo Chigi sul tavolo per l’Autonomia, dove c’é anche la Sanità». Per evitare la chiusura del punto nascite, le mamme future e passate della zona del Basso Verbano all’inizio di quest’anno organizzarono una dura protesta, tra cortei e presidi nel nosocomio. Una mobilitazione che riscosse la solidarietà bipartisan delle forze politiche. Da allora il reparto è rimasto aperto, ma la spada di Damocle romana non si è mai allontanata. A gennaio, forse, avremo il giudizio finale.