Pokémon Go, a Buccinasco il regno di Pikachu

Tutti nei giardini o in biblioteca per catturare Pikachu

Un gruppo di ragazzini al Pokéstop in Cascina Fagnana

Un gruppo di ragazzini al Pokéstop in Cascina Fagnana

Buccinasco (Milano), 24 luglio 2016 - Testa china sullo schermo, si cammina per chilometri, poi a un certo punto ci si blocca di colpo. Che succede, si chiede la gente che assiste alla scena. Semplice: nei paraggi c’è un Pokémon da catturare. È la mania del momento, l’app Pokémon Go, che a pochi giorni dal rilascio sulle piattaforme di Apple e Android conta già milioni di utenti che si trovano per strada, nei parchi, nei parcheggi e persino sulla metro alla ricerca dei mostriciattoli. Resi celebri dalla serie animata trasmessa qualche anno fa in tv, ora i Pokémon giapponesi creati dall’azienda Game Freak e sviluppati da Nintendo sono i protagonisti di un gioco che mescola il mondo reale con la realtà aumentata.

I giocatori sono veri e propri allenatori: devono riuscire a catturare i Pokémon e potenziarli per fargli vincere le sfide con altri mostri. I personaggi sono ovunque: sotto il tavolo, sopra un’auto, dietro alla chiesa, davanti alle porte della metro. Si gira con il telefono in mano e, attraverso la fotocamera, sullo schermo dello smartphone viene visualizzato ciò che realmente stiamo vedendo davanti a noi, per esempio il marciapiede con le macchine posteggiate e la gente che passeggia. Tutto reale. Cammina cammina, ecco che appaiono i Pokémon e compito dell’allenatore è catturarli tutti, come recita lo slogan «gotta catch ‘em all».

«Un gioco divertente, adatto a tutti, che ti fa venir voglia di uscire a camminare – racconta Giulia Lenna, 21 anni – Io lo uso soprattutto nel tragitto per andare al lavoro». Sì perché i Pokemon sono davvero ovunque, ma per catturarli devi camminare: se l’app rileva una velocità superiore si blocca, per scongiurare i pericoli alla guida. C’è anche chi ha iniziato da poco, come il 29enne Agatino Ardì: «Sono cresciuto con i Pokémon, il gioco è divertente e crea dipendenza. Una volta installato parte la ricerca. È un passatempo piacevole, come tutte le mode è destinato a esaurirsi nel giro di qualche tempo, ma è senza dubbio il gioco dell’estate». E così si trovano allenatori di Pokémon ovunque, la maggior parte vive il gioco come puro divertimento e risponde a chi lo critica definendolo pericoloso per l’incolumità delle persone, a causa degli incidenti capitati per disattenzione, che basta giocare responsabilmente, prestando attenzione a chi ci circonda, così come segnala il gioco a ogni avvio. «Dire che Pokémon Go causa incidenti è come dire che se qualcuno sbatte contro un’altra macchina perché sta mandando messaggi è colpa del telefono. Basta giocare con buonsenso», dicono i ragazzi che sempre più spesso si ritrovano la sera alla ricerca dei mostri giapponesi.

Non solo divertimento, ma anche interesse per la tecnologia, come spiega Simone Schiavone, 18 anni, un vero esperto dell’app e non solo: «Sono affascinato dalle potenzialità della tecnologia. I videogiochi sono solo l’inizio: è già possibile fare un uso didattico della realtà aumentata, le possibilità sono davvero infinite, in diversi campi. È stato creato con una particolare attenzione per i dettagli». Il gioco infatti è studiato alla perfezione e anche chi inizialmente è scettico e fatica a cedere alla voglia di provarlo si deve ricredere. Al confronto Ruzzle e Candy Crush, le app che hanno spopolato fino allo scorso anno, sono lontane anni luce da una nuova concezione di gioco che ti costringe a uscire, camminare e vagare in giro per la città, magari scoprendo posti nuovi, visto che i PokéStop e le palestre, rispettivamente i luoghi dove si acquisiscono gli strumenti per catturare i mostri e gli spazi per fare i combattimenti, sono solitamente posizionati in luoghi particolari: davanti a una chiesa, dentro a un museo o di fronte alla biblioteca, come in Cascina Fagnana a Buccinasco. E mentre si è lì a cercare di catturare Pikachu, capita anche di alzare gli occhi dallo schermo e di rendersi conto della bella realtà – quella vera, non virtuale – che ci circonda, guardandola con i nostri occhi e non attraverso la lente dello smartphone.

E a Buccinasco c’è chi si è inventato una promozione proprio per i giocatori più accaniti, come il giovane parrucchiere Bruno Moi di «Paris Parrucchieri»: nel negozio di via Marsala ha messo in palio sconti e premi per chi raggiunge i livelli più alti: «Una possibilità divertente, dedicata a tutti gli appassionati. Ho preso spunto dalle attività commerciali che, in giro per il mondo, stanno ideando proposte simpatiche per il pubblico. A partire da uno sconto del 10 per cento per chi raggiunge il livello 4, fino a un riflessante in omaggio per chi conquista l’ambito livello 25». Il parrucchiere è fan della app, anche se i veri accaniti sono i suoi amici: «Ormai ci si ritrova la sera per passeggiare, magari in un parco a Buccinasco o Corsico: si sta insieme e ci si diverte. È un gioco simpatico, da utilizzare anche in compagnia».