Le reliquie di padre Pio e di papa Wojtyla alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone

Lunedì, dalle 10 alle 18, i pellegrini potranno rendere omaggio alla memoria dei due martiri e seguire i percorsi giubilari

Una reliquia di papa Wojtyla

Una reliquia di papa Wojtyla

Cesano Boscone (Milano), 19 febbraio 2016 - Dopo esser stato scelto come «Porta Santa» per il Giubileo della Misericordia, l’Istituto Sacra Famiglia si prepara ad accogliere le reliquie di padre Pio e Giovanni Paolo II, due santi amatissimi. Dopo il lungo viaggio che li ha condotti nel Sud-Milano dalla lontana Polonia, la terra natia di papa Wojtyla, l’abito e i guanti del santo da Pietrelcina e una parte di talamo di uno dei papi più amati dell’ultimo secolo saranno esposti nella chiesa dell’istituto. Una realtà che – proprio per la sofferenza che racchiude tra le sue mura - è stata decretato dal cardinale Angelo Scola «Porta della Misericordia» insieme al Duomo di Milano, alla chiesa di Sant’Ambrogio e il Don Orione. Realtà tra l’altro nota per essere stata il luogo dove Silvio Berlusconi ha svolto la sua opera quando era in affido ai servizi sociali.

Lunedì, dalle 10 alle 18, i pellegrini potranno rendere omaggio alla memoria dei due martiri e seguire i percorsi giubilari. Prima di varcare i confini cesanesi, però, le reliquie faranno capolino alla parrocchia di Sant’Antonio, a Corsico, dove resteranno fino al 28 febbraio, prima di partire per Pietrelcina.

La scelta di papa Francesco di «decentrare» la Chiesa e permettere a tutti i pellegrini di chiedere la grazia totale attraversando la Porta Santa, sembra essere stata accettata di buon grado dai fedeli che, senza recarsi a San Pietro, hanno usufruito delle basiliche più vicine. A Cesano Boscone dall’inizio dell’anno santo a oggi sono stati ospitati oltre 1.500 pellegrini, 800 dei quali solo durante l’apertura della Porta lo scorso 13 dicembre. Altri 40 pellegrinaggi, invece sono già in programma per rendere omaggio alla statua della Misericordia, disegnata dal designer Alessandro Guerriero e benedetta da sua eminenza fra’ Paolo Martinelli. L’opera è stata realizzata dagli ospiti della struttura che quest’anno compie 150 anni.

di FRANCESCA SANTOLINI