San Donato, follia e morte al comando dei vigili: sequestrati i brogliacci con i turni

L’agente-killer si sentiva vessato. Il sindacato: nessuno ha fatto nulla

Lo sconcerto in municipio

Lo sconcerto in municipio

San Donato Milanese, 1 luglio 2017 - Unica certezza: la rabbia covata a lungo. E una dinamica che, il giorno dopo, appare molto più chiara. Eccola: lui era rientrato al comando furente, dopo un turno di "pattuglia appiedata", come si dice in gergo, nonostante i problemi alla schiena e la pioggia. È entrato negli spogliatoi e ha incontrato il suo superiore: tra gli armadietti e la porta del bagno è nata una discussione, finita in tragedia. L’agente Massimo Schipa, 52 anni di San Donato, ha estratto la pistola d’ordinanza, una Glock. L’ha impugnata, puntandola dritta contro il vicecomandante Massimo Iussa, 49 anni, di Lodi. Gli ha sparato al petto a distanza ravvicinata, è bastato un colpo solo per freddarlo. Poi si è portato l’arma alla tempia e ha fatto fuoco una seconda volta, facendola finita.

Il movente? Era stanco di tutto Schipa, soprattutto di quel clima che si respirava al comando. «I dissidi erano forti, tutti sapevano che la situazione era pesante, ma nessuno ha mai fatto nulla per risolvere il problema», racconta Gianluca Maritati, delegato della Uil, la stessa sigla sindacale per cui Schipa era referente Rsu. Ieri mattina, i carabinieri della Compagnia di San Donato sono tornati in Comune prima per parlare con il sindaco Andrea Checchi, e poi per passare le carte al setaccio. Gli inquirenti hanno sequestrato i tabulati dei turni di lavoro e i certificati medici, documenti preziosi per stabilire con certezza la ragione dell’omicidio-suicidio, ma soprattutto per accertare se le presunte ingiustizie lamentate da tempo da Schipa possano avere un fondamento. La gestione dei turni, soprattutto. «La situazione era pesantissima – spiega Gianluca Maritati -: Massimo Schipa se ne voleva andare perché c’erano grossi problemi». Quando i colleghi hanno sentito le urla hanno pensato al solito litigio. Invece, due morti. Ora gli inquirenti vogliono sentire le testimonianze delle mogli dei due vigili, entrambe dipendenti di enti pubblici. La compagna di Schipa, D.M., lavora al Comune di San Donato nel settore dei trasporti ai disabili, mentre la moglie di Iussa è un’ex dipendente sandonatese, ora in servizio in un altro Comune. I colleghi sono già stati sentiti.