Corsico, arriva col burqa alla festa in piazza e viene allontanata: "Fuori legge"

La vicesindaco Flavia Perrotta: dobbiamo far rispettare le nostre regole

Vietato l’uso del velo che rende il volto irriconoscibile

Vietato l’uso del velo che rende il volto irriconoscibile

Corsico (Milano), 21 agosto 2015 - "La sicurezza prima di tutto". Così la vicesindaco di Corsico, Flavia Perrotta, ha commentato l’episodio che, nei giorni scorsi, ha visto una donna con indosso il burqa essere allontanata da una festa di piazza. L’applicazione della normativa per la tutela dell’ordine pubblico ha visto gli agenti della polizia locale seguiti proprio dal vicesindaco leghista spiegare alla donna – secondo alcuni parenti appena arrivati in Italia – che la normativa non prevede l’utilizzo del velo o di qualsiasi altro oggetto che copra interamente il volto impedendone il riconoscimento. "Quando le abbiamo spiegato il motivo di una simile richiesta che, ovviamente, non ha nulla a che vedere con la loro fede e la loro cultura – spiega Flavia Perrotta – la donna è stata molto comprensiva e gentile. Non volendo scoprire il volto, si è alzata, ci ha salutato e si è allontanata. Una scelta che rispettiamo ma che va in conflitto con quello che è l’ordinamento italiano. La cultura e la religione delle persone che ospitiamo non possono prescindere dalle regole della nostra comunità. Regole che devono essere rispettate da tutti".

All'appuntamento erano presenti anche tanti cittadini stranieri e tra questi donne musulmane con il velo in testa ma il volto scoperto. "Siamo per l’integrazione – spiega il vicesindaco – ma questa deve passare dall’osservanza delle regole e in questo caso abbiamo richiamato la legge 152 del 22 maggio del 1975". Passato quasi inosservato, la festa è poi proseguita tutta la sera vedendo sedute agli stessi tavoli e ballare la stessa musica cittadini di etnie e fedi differenti. Anche per la comunità musulmana che a Corsico ha la sua sede in via Colombo – dove si trova il luogo di culto gestito dall’associazione l’Aurora – l’episodio è passato inosservato. "Questo è stato un caso isolato – ha detto Abraim Hessein, responsabile della struttura che al piano inferiore ospita la preghiera degli uomini e, al piano superiore, quella delle donne –. Anche le nostre donne non usano più il burqa, nemmeno nelle nostre terre. Probabilmente la signora fermata era appena arrivata e non conosceva le regole italiane. Non è un caso che ci preoccupa". Attiva da circa un anno, l’associazione richiama numerosi fedeli. Durante i cinque momenti della preghiera quotidiana non sono tanti i musulmani che raggiungono la moschea: "Lavoriamo tutti e non abbiamo tanto tempo – spiega Abraim Hessein – mentre il venerdì si raggiungono anche le 300 presenze". "L’Islam si è evoluto – spiegano alcuni fedeli – il burqa non si indossa più. Anche per noi le cose sono cambiate: secondo quanto previsto dovremmo avere tutti la barba lunga ma non è così. Andiamo rasati e molti di noi hanno un pacchetto di sigarette in tasca". Riferendosi all’accoglienza nel corsichese, i musulmani hanno detto di non avere problemi, di essere integrati. Non è sempre così, invece, a livello nazionale.