Karamoh e Dalbert, doppia delusione in casa Inter

Anche Cancelo da rivedere: buone le intenzioni ma quanta fatica per trovare la giocata

Dalbert (Ansa)

Dalbert (Ansa)

Milano, 14 dicembre 2017 - Luciano Spalletti ha deciso di addossare a sé stesso le responsabilità per la prestazione non eccezionale contro il Pordenone in Coppa Italia. Un modo per provare a proteggere le seconde linee a cui si è affidato per cercare valide alternative ai titolari solitamente utilizzati in campionato. Da settimane il tecnico dell'Inter va ripetendo che chi è indietro nelle gerarchie farà vedere alla distanza di essere all'altezza e le prove di Ranocchia e Brozovic contro il Chievo Verona gli avevano inizialmente dato ragione.

Non così era accaduto per Joao Mario, sempre con i clivensi, e anche ieri (in una formazione che non poteva avere grande amalgama per mancanza di partite giocate assieme) le risposte fornite dai comprimari non sono state all'altezza. Si è confermato Ranocchia, la cui determinazione è stata importante quando il Pordenone ha provato a colpire in contropiede. Male sono andati invece i vari Dalbert, Cancelo e Karamoh. In particolare l'esterno brasiliano prelevato dal Nizza è finora molto lontano dalle aspettative che su di lui riponevano Sabatini e Ausilio. Troppo timido, impreciso, tanto nelle chiusure difensive quanto nei tentativi offensivi.

Pagato venti milioni di euro, più i bonus, è chiamato a confermare le qualità per cui è stato inseguito per un'estate intera. Cancelo è in prestito con diritto di riscatto, ha inciso meno sul bilancio e potrà essere rimandato a Valencia, ma anche da lui ci si attendeva qualcosa in più. Parziale attenuante: è stato fuori per quasi un mese da inizio settembre a causa di un infortunio rimediato in nazionale. Certamente più clemenza si può avere per Karamoh, soprattutto guardando la carta d'identità. Stiamo pur sempre parlando di un classe '98, anche se sbagliare tre occasioni nitide davanti al portiere non gli è servito ad attirarsi le simpatie dei tifosi interisti. Anche i più esperti Eder e Nagatomo non si sono distinti per una grande prestazione e non hanno la scusante di essere nuovi dell'ambiente. Il giapponese ha cancellato i dubbi sulla prova generale calciando molto bene il rigore decisivo, ma non ha invertito le gerarchie sugli esterni che oggi lo vedono alle spalle di D'Ambrosio e Santon.