Anna Mazzamauro: "La Silvani? Non la sopporto anche se è un cult"

Da giovedì l'attrice al teatro Martinitt di Milano con "Divina"

Anna Mazzamauro

Anna Mazzamauro

di DIEGO VINCENTI

Milano, 19 ottobre 2017 - Miss Quarto Piano. Riconoscimento nazional-popolare pesante come un’etichetta. E allora come sopravvivere alla Signorina Silvani? Deve esserselo domandato spesso Anna Mazzamauro. E la risposta è stata solo una: col teatro. Da oggi al 5 novembre la si ritrova così al Martinitt con «Divina» di Jean Robert-Charrier per la regia di Livio Galassi, lavoro adattato dalla stessa attrice romana, in scena con Massimo Cimaglia, Giorgia Guerra, Michele Savoia e Lorenzo Venturini (info: 02.36580010). Una commedia. Dove si racconta di una diva tv licenziata all’improvviso. Vendetta, tremenda vendetta.

Mazzamauro, come è arrivata a «Divina»?

«Stavo cercando una commedia, perché sembra che i teatri non mi accolgano senza le risate. E alla fine mi sono imbattuta in questa farsa a cui poi ho messo mano per l’adattamento in italiano. Le dico una verità: io non amo le farse, generalmente sono superficiali, soprattutto quelle francesi. Ma in questo caso mi è subito piaciuto l’argomento: la tv, le sue malefatte e questa Divina che decidono di licenziare dopo trent’anni di attività».

Quanta riconoscenza.

«Già, una vera violenza. Tanto che in scena chiedo al mio assistente come sia possibile e lui mi risponde: “Di solito succede perché una è vecchia o incinta”. Battuta che le confido ho regalato io all’autore… Ma non eccedo nell’aspetto sociale, mi interessa smitizzare e andare sempre alla ricerca dell’umanità».

È proprio così il mondo della tv?

«Mi piace pensarlo. Poi forse è un po’ come la volpe e l’uva. Perché ne ho fatta tanta ma sempre cazzate, lo scriva pure. Il teatro invece lo faccio per provare e provocare emozioni».

E funziona?

«Sì. Io ho eletto il teatro perché il teatro ha eletto me. Il cinema l’ho fatto per i soldi, la tv per notorietà. Purtroppo e per fortuna Fantozzi me ne ha data fin troppa di visibilità e le assicuro che questo è l’unico riferimento che farò a quei film».

Ma io una domanda sulla Signorina Silvani gliela devo fare.

«Guardi, in realtà adesso che è morto Paolo mi viene più facile parlarne. Prima mi sembrava scontato, inutile. È un cult. Sono stata la protagonista di un cult».

Più amore o più odio per Miss Quarto Piano?

«Entrambi. Ma mi ha infastidito essere riconosciuta solo per quello. Io che giravo i teatri con Cyrano o Neil Simon. Però mi è servito da sprono. In Italia per tutta la vita sei il tuo personaggio ma un’attrice di talento (come me) può affrontare qualunque cosa».

Rimpianti Mazzamauro?

«Non so, le mie colleghe cosa le dicono? Vorrei fare Medea, sto leggendo Proust? Forse la Lisistrata… Diciamo che mi sarebbe piaciuto cercare più in quella direzione. Ma la gente pare che mi voglia in spettacoli brillanti, evidentemente mi vengono benino».

E nei prossimi mesi?

«Fino a dicembre «Divina», poi di nuovo “Nuda e cruda”. Ma ho già scritto il testo per la prossima produzione: “Belvedere»” una commedia sulla diversità. Sarò una donna di 200 chili seduta a un Belvedere».

Teatro Martinitt, fino al 5 novembre, via Pitteri 58