Sanremo 2016, Dear Jack: "Ora ripartiamo". In stile Coldplay

La sfida più grande è del cantante Leiner Riflessi di MARCO MANGIAROTTI

I Dear Jack partecipano a Sanremo 2016 (Ansa)

I Dear Jack partecipano a Sanremo 2016 (Ansa)

Milano, 4 febbraio 2016 - Respiro lungo. I Dear Jack in pochi mesi ribaltano la band, salutano Alessio Bernabei e imbarcano Leiner Riflessi, co autore di “Mezzo respiro”, la canzone con cui vanno a Sanremo e titolo del nuovo album. Tranquilli e felici. «Abbiamo incontrato Alessio alle prove e alla foto di “Sorrisi”, nessun problema. C’erano divergenze artistiche che poi sono diventate personali, non è stata una decisione semplice ma penso che sia stato meglio per tutti». Leiner, colombiano e italiano, 18 anni, l’ha voluto il boss di Rtl e Baraonda Lorenzo Suraci. «L’ho chiamato perché non lo conoscevo e la sua voce era lontanissima da quella di Alessio». Lui che viene da X Factor, la band uscita come un proiettile da “Amici” 2013.

«In un anno abbiamo avuto tutto: vendite, palazzetti, San Siro con i Modà, ma siamo rimasti semplici, sinceri e con i piedi per terra. Ricominceremo il 16 con un’anteprima dell’album all’Alcatraz». Disco di pop vario e internazionale, suonato, elettronico, con un brivido reggaeton e latino. Leiner si è presentato ai ragazzi con “Mezzo respiro”, ha legato subito con Lorenzo Cantarini, Francesco Pierozzi, Alessandro Presti e Riccardo Ruiu. «Mi accompagnavano la mattina a scuola perché non avevo ancora la patente». Passano molto tempo in campagna da Lorenzo a Montefiascone, «dove c’è un piccolo studio, anche per le prove (e cucina lui)».

Hanno fatto gavetta nei locali e studiano il loro strumento, Riccardo sta per laurearsi in batteria jazz al conservatorio di Pescara, Leiner fa lezioni di canto e pianoforte. Tutti coinvolti in quest’album che vorrebbe un sound alla Coldplay, credibile anche in “The Best Time”. Interessante “Ossessione”, bella cover di “Oro”, «preparata per un tributo a Mogol ma scelta per Mango». La cover sanremese di “Un bacio a mezzanotte” di Kramer, Garinei e Giovannini, portata al successo nel 1953 dal Quartetto Cetra, è un’idea di Suraci. «Ho ascoltato la versione di Arbore, l’ho proposta, abbiamo coinvolto tutta l’orchestra». Otto inediti, un momento della vita e una riflessione per ognuna, due cover, tre canzoni vecchie reincise. La sfida più difficile per Leiner. 

di MARCO MANGIAROTTI